Siamo vicini alla fine dell'anno scolastico..molte scuole dell'infanzia e, ahimè, asili nido sono alla prese con la preparazione della recita finale. Che ansia!
Molte scuole invece e molte insegnanti in linea con la nostra Metodologia Teatro in Gioco inviteranno i genitori a partecipare ad un incontro festoso e giocoso da condividere. Un'opportunità espressiva e divertente per stare insieme. Niente prove, niente battute da memorizzare, nessun costume scomodo da indossare.. siamo noi stessi, a giocare nel cerchio delle storie, raccontando fiabe interattive e permettendo ai genitori di curiosare nel nostro spazio teatrale. Sono i genitori gli "intrusi" che vengono accolti, non i bambini a doversi esibire davanti ad un pubblico. Il concetto spettatore-attore è completamente rovesciato. Siamo tutti dei giocatori.
Le modalità possono essere diverse.. al nido consiglio di far partecipare i genitori attivamente nel cerchio delle storie.. nella scuola dell'infanzia generalmente i genitori sono più osservatori curiosi, che guardano i bambini giocare nello spazio teatrale (la formula della lezione aperta).
In ogni caso tutto si svolge come una festa e non come un'esibizione. Credo che, parlando di bambini dai 2 ai 5 anni (nido/materna), questo principio sia fondamentale. Non è questa l'età adeguata per chiedere ai bambini di dimostrare qualcosa, per chiedergli di essere all'altezza della situazione. Per me, non è mai l'età giusta per essere o sentirsi giudicati, sia chiaro, ma per un bambino più grande (della scuola primaria ad esempio) partecipare ad uno spettacolo teatrale, con le giuste modalità di conduzione, può essere una scoperta piacevole, un gioco costruttivo, un'esperienza creativa e gratificante incentrata sull'importanza della cooperazione. In questo modo lo spettacolo diventa una risorsa, un progetto espressivo da realizzare insieme, ed assume una valenza pedagogica molto importante. Un bambino di due anni del nido, o un bambino di tre della scuola dell'infanzia, cosa dovrebbe ricevere dal fare uno spettacolo? Dal punto di vista cognitivo e relazione davvero ben poco. Non è lo spettacolo che, a quest'età, culla e alimenta il piacere di scoprire, esplorare e fare insieme. Dal punto di vista emotivo può invece portare un carico di ansia da prestazione. Tutti quei "no..tu ora devi fare..", "ora devi stare in quella posizione.." possono essere fonte di stress inutile, a mio parere. Oggi in un incontro formativo, mentre consideravamo la bellezza e la ricchezza del percorso in sè rispetto allo scarso valore del "prodotto finale", un'insegnante mi ha detto: "Negli anni ho visto piangere tanti bambini durante le prove della "recita". Io mi batto sempre per non farla e non la faccio!" "Anche io" le ho risposto. E' diventato uno dei punti fermi del mio Metodo: niente prodotto finale! C'è ben altro nel gioco del teatro..cerchiamo di non perdere l'occasione per scoprirlo. Sarebbe un vero peccato, non per noi, ma per i bambini.
A proposito di incontri conclusivi giocosi... Ho avuto contatti con diverse insegnanti in questo periodo ( nei corsi, ma anche contatti tramite blog e mail) e pare che la mia fiaba La Città senza colori venga utilizzata tantissimo al nido e nella scuola dell'infanzia come terreno narrativo e spazio teatrale per organizzare questi incontri conclusivi. Ho ricevuto diverse documentazioni in merito ad incontri già svolti e notizie relative ad altri incontri finali che si faranno a breve. In una scuola i genitori hanno ricevuto tanti lecca lecca magici per trovare i colori..e poi, genitori e bambini, hanno danzato tutti insieme con i foulard per colorare la stanza! Un momento di festa e condivisione armoniosa! Che bello!!!
Nell'illustrazione c'è il personaggio di Rebecca, protagonista della fiaba La Città senza colori.
Illustrazione di Alessandra Liberato, libro di fiabe Ancora racconto.. di Helga Dentale
Il Metodo Helga Dentale - Teatro in Gioco® è nato per diffondere il linguaggio teatrale come strumento pedagogico, per promuovere le potenzialità espressive e creative delle bambine e dei bambini. Teatro come ricerca, sperimentazione, globalità dei linguaggi, esperienza creativa, confronto costruttivo.
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martedì 27 maggio 2014
domenica 25 maggio 2014
Teatro in Gioco al nido: è in questi primi anni che si sviluppa il pensiero e la personalità del bambino
Il percorso proposto al nido, Spazio Fiaba Teatro, non nasce per accelerare i tempi di crescita, per "formare piccoli attori", per insegnare teatro. No! Siamo per una pedagogia della lumaca! (citando Gianfranco Zavalloni) Ci sentiamo distanti dall'idea dilagante del bambino già grande, che deve fare mille corsi, affinare mille talenti ed abilità e deve sempre dimostrare qualcosa. Ci piace pensare all'infanzia come ad un tempo da rispettare e tutelare, senza metter fretta, senza bruciare le tappe. Per questo fare teatro al nido non è un corso per insegnare qualcosa ma un percorso per fare tante cose insieme. Fiaba e narrazione sono strumenti molto importanti per accompagnare il bambino nel proprio percorso evolutivo: dal punto di vista affettivo le fiabe cullano, coccolano e gratificano il bambino; dal punto di vista cognitivo la narrazione permette al bambino di arricchire risorse e competenze linguistiche, logiche, relazionali. Il gioco simbolico, il faccio finta che.. permette al bambino di esplorare i ruoli, le relazioni, le dinamiche legate alla comunicazione di pensieri, bisogni, desideri.. e tutto serve al bambino per costruire, giorno dopo giorno, la sua (unica e speciale) identità. Ecco, noi in uno Spazio Fiaba Teatro utilizziamo la fiaba, la narrazione e il gioco teatrale per creare uno spazio di gioco, ascolto attivo e relazione armoniosa con i bambini.
Ci piace la globalità dei linguaggi e per questo una fiaba può essere raccontata, danzata, disegnata o può trovare nuove forme per essere narrata.. Ci piacciono le fiabe interattive, e negli anni ne abbiamo create tante per giocare con i bambini: fiabe rumorose, emozionanti, vocali, sensoriali.. Facciamo tutto questo in uno Spazio Fiaba Teatro. Senza cercare risultati formali da raggiungere.
Lo so, è strano da sentire..e per molti difficile da digerire. Fare, fare, fare..senza vedere un prodotto finale! Sembrerebbe quasi di non aver fatto niente. E invece, paradossalmente, è esattamente il contrario.
In un percorso modellato sulla necessità di realizzare il prodotto finale si perde tanto tempo ad organizzare questa sorta di esibizione-dimostrazione, e questo penalizza il percorso in sè.
In un percorso che non ha la necessità di realizzare questo prodotto il tempo viene interamente utilizzato per portare avanti le attività di gioco e creatività, nel totale rispetto dei tempi di ascolto dei bambini, senza ansie da prestazione (per i bambini e per gli operatori che conducono il percorso!)
Ho lavorato per tanti anni con i bambini della scuola primaria e della scuola dell'infanzia.. iniziare a portare il linguaggio teatrale nel nido è stata una grande scoperta anche per me! Un percorso da creare giorno dopo giorno, da modellare su esigenze specifiche. E' indispensabile saper essere flessibili, pur avendo un'idea chiara e un'attività strutturata con precisi obiettivi didattici, ma è necessario essere disposti a cambiare, adattare, modellare il percorso proposto..semplicemente mettendosi in ascolto con le orecchie e con il cuore.
E' un'esperienza meravigliosa che sto vivendo con tanti bambini.. è una gratificante esperienza quando utilizzo questo percorso per formare le educatrici, sapendo che questo Metodo servirà per guidare tanti altri bambini nel piacere di nuove scoperte espressive.
A proposito di formazione.. un pò di documentazione dell'ultimo corso svolto, ieri a Grosseto, presso il nido La Valle Incantata. Il nostro secondo incontro, 8 ore..molto ricche e gratificanti..
.. narrazione e fiaba interattiva.. ci confrontiamo sul tema e sperimentiamo insieme nuove fiabe..
... la fiaba può essere anche costruita..può diventare tattile o grafica.. sperimentiamo diverse modalità per narrare e raccontare una storia..
Nella foto in alto invece introduco il personaggio costante e ci confrontiamo sul rituale di inizio, fondamentale per dare identità al nostro percorso.
sabato 17 maggio 2014
il teatro è lo spazio della globalità espressiva e del gioco..basta con il prodotto finale!
Basta! Ma perchè ci sono ancora genitori che mi chiedono di consegnargli il copione teatrale per il figlio di tre o quattro anni? Perchè qualcuno mi chiede di realizzare lo spettacolo finale già al nido? "I bambini hanno due anni!" replico io, e puntualmente mi sento rispondere: " Ma basta una cosa semplice..una recita breve per soddisfare i genitori. Altrimenti che teatro avrebbero fatto?" Perchè ci sono scuole dell'infanzia che ancora mi contattano chiedendomi la realizzazione di un grande spettacolo finale interpretato dai bambini, obbligati per l'occasione a mascherarsi in modo improponibile e a ripetere a memoria frasi e battute che dimenticheranno ben presto e che non serviranno certo a dar voce alla loro creatività? Frase troppo lunga? Si, forse..ma l'inquietudine da tirar fuori è tanta. Inquietudine e perplessità.
Per chi inoltra questa richiesta il senso è sempre questo, dal nido alla scuola primaria: "Senza spettacolo finale che corso è? Altrimenti, cosa resta alla fine... niente ?" Eccolo qui, il mostro in agguato: il prodotto finale. Qualcosa da giudicare, valutare, osservare, fotografare, registrare con la telecamera. Lo spettacolo finale.
Ora mi piacerebbe soffermarmi sulle parole "niente" e "tanto" nel contesto di un percorso teatrale incentrato sulla creatività e sulla globalità dei linguaggi espressivi. "Niente" spettacolo finale non significa "niente" in termini di esperienza, percorso condiviso, sperimentazione, raggiungimento di obiettivi formativi. Spesso c'è molto di più in ciò che non si vede..eppure esiste, c'è! C'è un prezioso principio di scoperta in un bambino che si apre alla sperimentazione creativa..che scopre il piacere del bello.. o che trova nuovi linguaggi per comunicare ed esprimersi. Piccoli grandi cambiamenti. Esperienze che contribuiranno alla formazione della personalità di ogni bambino.
E' nel percorso in sè che c'è davvero "tanto". E questo tanto, al nido e nella scuola dell'infanzia, si può documentare in molti modi senza dover fare una recita (termine odioso e lo utilizzo volutamente): si può creare un diario di viaggio, una mostra per condividere l'esperienza fatta con i genitori, una lezione-aperta.. Se di documentazione si tratta. Se invece parliamo di "dimostrazione" mi arrendo.
Non mi aspetto che tutti condividano il mio modo di fare teatro, ma io ci credo fermamente e non scendo più a compromessi. Forse quando ho cominciato, all'inizio, non avevo chiara e forte in me una struttura così solida..non avevo ancora maturato pienamente la valenza pedagogica e il senso profondo del mio fare teatro con i bambini. Ho detto inizialmente si agli spettacoli da far fare ai bambini, ho detto si per accontentare sostanzialmente insegnanti e genitori..ma soprattutto perchè non avevo toccato con mano il "limite" e la valenza negativa di quella scelta. E quei si sono durati davvero poco.
Mi ricordo, dopo uno spettacolo fatto dai bambini di una scuola dell'infanzia (nel 99) il senso di frustrazione che provai.. il percorso condotto durante l'anno era stato piacevole (anche se mancavano delle attività strutturate completamente a misura di bambino e con chiari obiettivi didattici) ma le prove dello spettacolo erano state stressanti per me e per loro..li vedevo annoiati, buttati per terra, stanchi..e non avevano forse ragione? Quella esasperante richiesta d'attenzione per fare cosa? Uno spettacolo di fine anno ripetendo qualche frase, un pò di canzoncine e qualche movimento stabilito. Perchè un bambino dovrebbe trovare stimolante, divertente o creativa una cosa del genere?
Da quell'estate iniziai a progettare un altro modo di fare teatro..e iniziai a studiare.. fu un nuovo inizio meraviglioso! Viaggiando fra le pagine scritte dalla Montessori facendo risuonare in me il principio fondante "aiutami a fare da solo..", esplorando le idee di Loris Malaguzzi che trovai illuminanti.. I cento linguaggi dei bambini.. leggendo Rodari, Munari, appassionandomi ai testi di psicologia, di pedagogia, riguardandomi la storia del teatro e della pedagogia teatrale..leggendo libri sulla narrazione, sulla fiaba, sull'arte, sulla danza creativa ed educativa.. E piano piano, unendo la teoria alla mia formazione teatrale, frequentando stage e seminari, mettendo in campo idee, risorse, passione e conoscenze..è iniziata l'avventura del Metodo Teatro in Gioco. Un'avventura che dura dal 2001 circa, quando ho cominciato a condurre i laboratori nelle scuole con questo diverso approccio e a sperimentare un nuovo programma didattico; un'avventura che nel 2006 mi ha portato a creare il Corso per operatori teatrali per bambini, dando vita anche al mio percorso come formatrice.
Io non conduco laboratori teatrali con i bambini per trasformarli in piccoli attori o in replicanti di battute. Il progetto è completamente diverso! Non ritengo importante il "prodotto finale", mi interessa il percorso da fare insieme: aperto, flessibile, creativo, ricco di stimoli. Io non insegno teatro ai bambini, cerco di creare un contesto adatto, un terreno fertile per fare esperienze creative ed espressive nel grande gioco del teatro.
Il gioco del teatro è uno spazio vitale in cui i linguaggi espressivi dialogano e si contaminano.
A chi ancora mi chiede:
come mai fate teatro e dipingete? Oppure: se è un "corso" di teatro perchè i bambini disegnano e danzano?
rispondo che io, nella mia idea di "Teatro per bambini", non so e non voglio etichettare, separare, dividere. Non so dire dove finisca il corpo e inizi la parola. Non voglio crearmi il problema di confini da definire:
teatro/danza/musica/pittura.. corpo/mente/emozioni/sensi/mani/ orecchie/occhi/voce..
Per me fare teatro con i bambini, a partire dai 2 anni fino ai 10 (nido, infanzia e primaria), significa mettere in relazione tutto ciò, in uno spazio di condivisione, rispetto, fiducia, gioco, fare costruttivo, scoperta.
Da questa idea pedagogica nasce il Metodo Teatro in Gioco e si consolida e arricchisce negli anni, attraverso l'esperienza, il confronto, la sperimentazione sul campo, la pratica. Grazie a tutte le esperienze fatte con le bambine e i bambini, grazie al confronto vitale con educatori ed insegnanti nel contesto della formazione "Teatro in Gioco" questa idea è sempre più forte in me e mi spinge a continuare in questa direzione. Sempre con tanta passione e nuove energie.
Per chi inoltra questa richiesta il senso è sempre questo, dal nido alla scuola primaria: "Senza spettacolo finale che corso è? Altrimenti, cosa resta alla fine... niente ?" Eccolo qui, il mostro in agguato: il prodotto finale. Qualcosa da giudicare, valutare, osservare, fotografare, registrare con la telecamera. Lo spettacolo finale.
Ora mi piacerebbe soffermarmi sulle parole "niente" e "tanto" nel contesto di un percorso teatrale incentrato sulla creatività e sulla globalità dei linguaggi espressivi. "Niente" spettacolo finale non significa "niente" in termini di esperienza, percorso condiviso, sperimentazione, raggiungimento di obiettivi formativi. Spesso c'è molto di più in ciò che non si vede..eppure esiste, c'è! C'è un prezioso principio di scoperta in un bambino che si apre alla sperimentazione creativa..che scopre il piacere del bello.. o che trova nuovi linguaggi per comunicare ed esprimersi. Piccoli grandi cambiamenti. Esperienze che contribuiranno alla formazione della personalità di ogni bambino.
E' nel percorso in sè che c'è davvero "tanto". E questo tanto, al nido e nella scuola dell'infanzia, si può documentare in molti modi senza dover fare una recita (termine odioso e lo utilizzo volutamente): si può creare un diario di viaggio, una mostra per condividere l'esperienza fatta con i genitori, una lezione-aperta.. Se di documentazione si tratta. Se invece parliamo di "dimostrazione" mi arrendo.
Non mi aspetto che tutti condividano il mio modo di fare teatro, ma io ci credo fermamente e non scendo più a compromessi. Forse quando ho cominciato, all'inizio, non avevo chiara e forte in me una struttura così solida..non avevo ancora maturato pienamente la valenza pedagogica e il senso profondo del mio fare teatro con i bambini. Ho detto inizialmente si agli spettacoli da far fare ai bambini, ho detto si per accontentare sostanzialmente insegnanti e genitori..ma soprattutto perchè non avevo toccato con mano il "limite" e la valenza negativa di quella scelta. E quei si sono durati davvero poco.
Mi ricordo, dopo uno spettacolo fatto dai bambini di una scuola dell'infanzia (nel 99) il senso di frustrazione che provai.. il percorso condotto durante l'anno era stato piacevole (anche se mancavano delle attività strutturate completamente a misura di bambino e con chiari obiettivi didattici) ma le prove dello spettacolo erano state stressanti per me e per loro..li vedevo annoiati, buttati per terra, stanchi..e non avevano forse ragione? Quella esasperante richiesta d'attenzione per fare cosa? Uno spettacolo di fine anno ripetendo qualche frase, un pò di canzoncine e qualche movimento stabilito. Perchè un bambino dovrebbe trovare stimolante, divertente o creativa una cosa del genere?
Da quell'estate iniziai a progettare un altro modo di fare teatro..e iniziai a studiare.. fu un nuovo inizio meraviglioso! Viaggiando fra le pagine scritte dalla Montessori facendo risuonare in me il principio fondante "aiutami a fare da solo..", esplorando le idee di Loris Malaguzzi che trovai illuminanti.. I cento linguaggi dei bambini.. leggendo Rodari, Munari, appassionandomi ai testi di psicologia, di pedagogia, riguardandomi la storia del teatro e della pedagogia teatrale..leggendo libri sulla narrazione, sulla fiaba, sull'arte, sulla danza creativa ed educativa.. E piano piano, unendo la teoria alla mia formazione teatrale, frequentando stage e seminari, mettendo in campo idee, risorse, passione e conoscenze..è iniziata l'avventura del Metodo Teatro in Gioco. Un'avventura che dura dal 2001 circa, quando ho cominciato a condurre i laboratori nelle scuole con questo diverso approccio e a sperimentare un nuovo programma didattico; un'avventura che nel 2006 mi ha portato a creare il Corso per operatori teatrali per bambini, dando vita anche al mio percorso come formatrice.
Io non conduco laboratori teatrali con i bambini per trasformarli in piccoli attori o in replicanti di battute. Il progetto è completamente diverso! Non ritengo importante il "prodotto finale", mi interessa il percorso da fare insieme: aperto, flessibile, creativo, ricco di stimoli. Io non insegno teatro ai bambini, cerco di creare un contesto adatto, un terreno fertile per fare esperienze creative ed espressive nel grande gioco del teatro.
Il gioco del teatro è uno spazio vitale in cui i linguaggi espressivi dialogano e si contaminano.
A chi ancora mi chiede:
come mai fate teatro e dipingete? Oppure: se è un "corso" di teatro perchè i bambini disegnano e danzano?
rispondo che io, nella mia idea di "Teatro per bambini", non so e non voglio etichettare, separare, dividere. Non so dire dove finisca il corpo e inizi la parola. Non voglio crearmi il problema di confini da definire:
teatro/danza/musica/pittura.. corpo/mente/emozioni/sensi/mani/ orecchie/occhi/voce..
Per me fare teatro con i bambini, a partire dai 2 anni fino ai 10 (nido, infanzia e primaria), significa mettere in relazione tutto ciò, in uno spazio di condivisione, rispetto, fiducia, gioco, fare costruttivo, scoperta.
Da questa idea pedagogica nasce il Metodo Teatro in Gioco e si consolida e arricchisce negli anni, attraverso l'esperienza, il confronto, la sperimentazione sul campo, la pratica. Grazie a tutte le esperienze fatte con le bambine e i bambini, grazie al confronto vitale con educatori ed insegnanti nel contesto della formazione "Teatro in Gioco" questa idea è sempre più forte in me e mi spinge a continuare in questa direzione. Sempre con tanta passione e nuove energie.
martedì 13 maggio 2014
Tante fiabe per la formazione ed un apprendimento esperienziale
Continua la formazione..che mese intenso e ricco di esperienze! Oggi formazione per educatrici dell'Asilo nido Piccoli Artisti, a Roma. In particolare, ho condotto il seminario sulla narrazione "Ti racconto una storia" e ci siamo avventurate nel mondo delle fiabe, esplorando suoni ritmi forme e colori di ogni storia.
Esco da questi incontri formativi sempre arricchita e gratificata.. e il sorriso delle educatrici mi riempie di energia positiva!
A maggio continua anche la formazione per le insegnanti di Roma Capitale.. e poi ancora Grosseto.. Prende sempre più corpo questo nuovo progetto formativo "Lo Spazio Fiaba Teatro" specifico per le educatrici del nido, che a giugno si svolgerà per l'utenza esterna..
Rifletto tanto sul valore della formazione. Ormai è qualcosa che mi riguarda sempre più direttamente. Mi confronto quotidianamente con educatori ed insegnanti, aggiorno continuamente i miei programmi e, facendo formazione, avverto sempre di più la responsabilità di questo compito. Mi interrogo su tante questioni..
Nei miei percorsi formativi le fiabe hanno un ruolo dominante e il Metodo Teatro in Gioco si arricchisce sempre di più, è in evoluzione insieme ai nuovi progetti..nuove fiabe interattive, nuovi programmi educativi in linea con il principio fondante: fare, fare, fare! Fare per apprendere, esplorare, sbagliare, riprovare, giocare, sperimentare, creare...
..Con i bambini, nel gioco del teatro e delle storie, nulla si spiega e tutto si fa. E sempre di più ritengo valido questo approccio anche nella formazione. Pratica, esperienziale, operativa. "Facciamo" per comprendere ed acquisire nuovi strumenti. "Facciamo" per poter diventare autonomi. E l'autonomia, nel condurre laboratori teatrali e di narrazione con i bambini, te la può dare solo la sperimentazione diretta. Forse modificherei la frase con: tutto si fa..e dopo si spiega, perchè nella formazione anche la teoria ci vuole. Prima sperimentiamo, facciamo esperienza, tocchiamo con mano le attività proposte confrontandoci con tutti gli aspetti che emergono - risorse opportunità limiti difficoltà potenzialità- e poi parliamo. Indaghiamo il senso, la valenza educativa di tali esperienze, consideriamo gli obiettivi didattici. Uno spazio di confronto dialogico per concludere l'esperienza formativa con nuove consapevolezze, nate nella pratica e rafforzate attraverso la teoria.
Esco da questi incontri formativi sempre arricchita e gratificata.. e il sorriso delle educatrici mi riempie di energia positiva!
A maggio continua anche la formazione per le insegnanti di Roma Capitale.. e poi ancora Grosseto.. Prende sempre più corpo questo nuovo progetto formativo "Lo Spazio Fiaba Teatro" specifico per le educatrici del nido, che a giugno si svolgerà per l'utenza esterna..
Rifletto tanto sul valore della formazione. Ormai è qualcosa che mi riguarda sempre più direttamente. Mi confronto quotidianamente con educatori ed insegnanti, aggiorno continuamente i miei programmi e, facendo formazione, avverto sempre di più la responsabilità di questo compito. Mi interrogo su tante questioni..
Nei miei percorsi formativi le fiabe hanno un ruolo dominante e il Metodo Teatro in Gioco si arricchisce sempre di più, è in evoluzione insieme ai nuovi progetti..nuove fiabe interattive, nuovi programmi educativi in linea con il principio fondante: fare, fare, fare! Fare per apprendere, esplorare, sbagliare, riprovare, giocare, sperimentare, creare...
..Con i bambini, nel gioco del teatro e delle storie, nulla si spiega e tutto si fa. E sempre di più ritengo valido questo approccio anche nella formazione. Pratica, esperienziale, operativa. "Facciamo" per comprendere ed acquisire nuovi strumenti. "Facciamo" per poter diventare autonomi. E l'autonomia, nel condurre laboratori teatrali e di narrazione con i bambini, te la può dare solo la sperimentazione diretta. Forse modificherei la frase con: tutto si fa..e dopo si spiega, perchè nella formazione anche la teoria ci vuole. Prima sperimentiamo, facciamo esperienza, tocchiamo con mano le attività proposte confrontandoci con tutti gli aspetti che emergono - risorse opportunità limiti difficoltà potenzialità- e poi parliamo. Indaghiamo il senso, la valenza educativa di tali esperienze, consideriamo gli obiettivi didattici. Uno spazio di confronto dialogico per concludere l'esperienza formativa con nuove consapevolezze, nate nella pratica e rafforzate attraverso la teoria.
martedì 6 maggio 2014
Aiutami a fare da me.. il senso per me della formazione
Prima considerazione del giorno: Oggi a Roma grande manifestazione. I dipendenti comunali (fra cui gli insegnanti), scesi in piazza questa mattina contro i
possibili tagli ai loro salari, si dicono "esausti e umiliati".
Seconda considerazione: Formazione come ricerca, scoperta, ricchezza. "Aiutami a fare da me" era il motto di Maria Montessori che ha segnato un nuovo modo di insegnare ai bambini nella storia della pedagogia.
Io utilizzo questo approccio e lo applico nel mio Metodo Teatro in Gioco, per giocare al teatro con i bambini. E, di conseguenza, anche il mio modo di formare educatori ed insegnanti riflette questo stesso sentire, percepire, concepire il senso stesso della formazione.
Cerco di essere, attraverso la mia metodologia operativa e il programma didattico che svolgo, uno strumento per permettere di: acquisire nuove conoscenze e competenze, acquisire nuove risorse attraverso l'osservazione, la sperimentazione diretta e la pratica.
Risorse. Strumenti operativi. Sempre di più tornano questi termini quando mi confronto con le insegnanti che frequentano i corsi. E' forte, dominante, l'esigenza da parte loro di usufruire di una formazione "pratica", modellata sulle necessità concrete e reali delle insegnanti (in funzione ovviamente dei bambini); pensata e costruita per diventare un'opportunità di confronto costruttivo, di scambio, di crescita per arricchire il proprio bagaglio di competenze specifiche.
Ora, le due considerazioni, stranamente trovano un punto comune:
Oggi in particolare scrivo con grande soddisfazione, dopo un incontro di formazione con le insegnanti di Roma Capitale, giustamente stanche per aver dovuto trascorrere la giornata a rivendicare i propri diritti in piazza, davanti ai palazzi del potere (diritti..e non privilegi).. stanche eppure presenti alla formazione, totalmente coinvolte e partecipi, piene di entusiasmo, voglia di formarsi e confrontarsi con il tema proposto, la fiaba interattiva. Alla fine di una giornata difficile mi hanno ringraziato per l'incontro formativo, perchè il tema le ha incuriosite e appassionate, perchè la modalità di apprendimento è stata piacevole e stimolante, perchè secondo loro oggi hanno ricevuto strumenti utili e concreti da utilizzare in classe con i bambini! Non potrei essere più soddisfatta! Questo "ritorno" è il motore trainante per me!
Credo così tanto nella valenza della formazione che ricevere queste considerazioni e questo entusiasmo da parte delle insegnanti mi riempie di nuova linfa vitale.
E ancora, dopo il primo incontro di formazione (3 maggio) che ho svolto per le educatrici di un asilo nido, per la Provincia di Grosseto che ha finanziato il progetto, sento che la direzione è davvero quella giusta! Abbiamo lavorato tanto (8 ore di seguito) e bene, mettendo in campo il linguaggio teatrale da utilizzare con i bambini così piccoli. E così abbiamo iniziato a costruire uno spazio fiaba-teatro fatto di narrazione, ascolto, condivisione, gioco. Mi è piaciuto molto il modo di mettersi in gioco delle educatrici, pronte a mettersi in discussione, aprirsi a nuove esperienze espressive, desiderose di provare e sperimentare. E' l'approccio giusto per apprendere e crescere. E' un bel lavoro iniziato a Grosseto..e c'è ancora tanto da fare nei prossimi due incontri. E già un primo, grande risultato: quella che da sempre è stata la "recita" di fine anno è diventata la "festa" di fine anno! Si sposta lo sguardo, si cambia prospettiva: non ci dobbiamo aspettare niente di formale da un bambino, non puntiamo ad un risultato finale. E' libera espressione. E' sperimentazione pura. Apprendere, crescere, imparare con i propri tempi (ogni bambino i suoi, che sono unici e speciali). Senza forzature, senza dover dimostrare. Iniziamo a cambiare le aspettative degli adulti (genitori, insegnanti) e faremo un lavoro più coerente, più sano, modellato davvero sulle esigenze dei bambini.
Siamo un pò come giardinieri..a noi il compito di seminare con consapevolezza, con amore e passione..e poi, aspettiamo, semplicemente.
E ora buonanotte..vi lascio con una frase che a me piace molto:
Seconda considerazione: Formazione come ricerca, scoperta, ricchezza. "Aiutami a fare da me" era il motto di Maria Montessori che ha segnato un nuovo modo di insegnare ai bambini nella storia della pedagogia.
Io utilizzo questo approccio e lo applico nel mio Metodo Teatro in Gioco, per giocare al teatro con i bambini. E, di conseguenza, anche il mio modo di formare educatori ed insegnanti riflette questo stesso sentire, percepire, concepire il senso stesso della formazione.
Cerco di essere, attraverso la mia metodologia operativa e il programma didattico che svolgo, uno strumento per permettere di: acquisire nuove conoscenze e competenze, acquisire nuove risorse attraverso l'osservazione, la sperimentazione diretta e la pratica.
Risorse. Strumenti operativi. Sempre di più tornano questi termini quando mi confronto con le insegnanti che frequentano i corsi. E' forte, dominante, l'esigenza da parte loro di usufruire di una formazione "pratica", modellata sulle necessità concrete e reali delle insegnanti (in funzione ovviamente dei bambini); pensata e costruita per diventare un'opportunità di confronto costruttivo, di scambio, di crescita per arricchire il proprio bagaglio di competenze specifiche.
Ora, le due considerazioni, stranamente trovano un punto comune:
Oggi in particolare scrivo con grande soddisfazione, dopo un incontro di formazione con le insegnanti di Roma Capitale, giustamente stanche per aver dovuto trascorrere la giornata a rivendicare i propri diritti in piazza, davanti ai palazzi del potere (diritti..e non privilegi).. stanche eppure presenti alla formazione, totalmente coinvolte e partecipi, piene di entusiasmo, voglia di formarsi e confrontarsi con il tema proposto, la fiaba interattiva. Alla fine di una giornata difficile mi hanno ringraziato per l'incontro formativo, perchè il tema le ha incuriosite e appassionate, perchè la modalità di apprendimento è stata piacevole e stimolante, perchè secondo loro oggi hanno ricevuto strumenti utili e concreti da utilizzare in classe con i bambini! Non potrei essere più soddisfatta! Questo "ritorno" è il motore trainante per me!
Credo così tanto nella valenza della formazione che ricevere queste considerazioni e questo entusiasmo da parte delle insegnanti mi riempie di nuova linfa vitale.
E ancora, dopo il primo incontro di formazione (3 maggio) che ho svolto per le educatrici di un asilo nido, per la Provincia di Grosseto che ha finanziato il progetto, sento che la direzione è davvero quella giusta! Abbiamo lavorato tanto (8 ore di seguito) e bene, mettendo in campo il linguaggio teatrale da utilizzare con i bambini così piccoli. E così abbiamo iniziato a costruire uno spazio fiaba-teatro fatto di narrazione, ascolto, condivisione, gioco. Mi è piaciuto molto il modo di mettersi in gioco delle educatrici, pronte a mettersi in discussione, aprirsi a nuove esperienze espressive, desiderose di provare e sperimentare. E' l'approccio giusto per apprendere e crescere. E' un bel lavoro iniziato a Grosseto..e c'è ancora tanto da fare nei prossimi due incontri. E già un primo, grande risultato: quella che da sempre è stata la "recita" di fine anno è diventata la "festa" di fine anno! Si sposta lo sguardo, si cambia prospettiva: non ci dobbiamo aspettare niente di formale da un bambino, non puntiamo ad un risultato finale. E' libera espressione. E' sperimentazione pura. Apprendere, crescere, imparare con i propri tempi (ogni bambino i suoi, che sono unici e speciali). Senza forzature, senza dover dimostrare. Iniziamo a cambiare le aspettative degli adulti (genitori, insegnanti) e faremo un lavoro più coerente, più sano, modellato davvero sulle esigenze dei bambini.
Siamo un pò come giardinieri..a noi il compito di seminare con consapevolezza, con amore e passione..e poi, aspettiamo, semplicemente.
E ora buonanotte..vi lascio con una frase che a me piace molto:
"Puoi dargli calore e umidore e poi deve crescere" (L. Wittgenstein)
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