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lunedì 18 gennaio 2016

LETTURA-GIOCO di Samuel e Gaia nel paese della fantasia..

Sabato 23 gennaio alle 17.00... Lettura-gioco per i bambini!!!! Incontro gratuito. Giochiamo con la fiaba "Samuel e Gaia nel paese della fantasia" di Helga Dentale per avventurarci in regni magici e buffi.. dove sperimentare, raccontare, giocare con la voce, con il gesto, con i colori e soprattutto con la fantasia!!!! Invitiamo i bambini -età consigliata dai 3 ai 7 anni- e i genitori a partecipare a questo incontro giocoso e creativo, presso la Libreria Risvolti. 
Prenotazione consigliata.
Per info: girasoliamoci@tiscali.it 

www.teatroingioco.it
Vi aspetto per giocare insieme!!!!!! 

mercoledì 13 gennaio 2016

Il conflitto è sano e aiuta a crescere..

Anche azzuffarsi fa bene per crescere! Il conflitto fra bambini non deve essere represso o soffocato. Il conflitto è sano se gestito correttamente dall’adulto. L’adulto! Il problema spesso è proprio la sua reazione inadeguata: l’imbarazzo di non saper che fare e allora meglio far finta di niente; oppure innescare il senso di colpa con frasi inutili e nocive : "siete dei bimbi cattivi se litigate"; o ancora la punizione come soluzione. Da sempre credo che "educare" non corrisponda a "punire", e quando un bambino non rispetta le regole del gioco nel laboratorio teatrale preferisco confrontarmi serenamente con lui e poi, eventualmente, scelgo di adottare una modalità di contenimento di un comportamento "poco consono" (scelgo volutamente di non usare la parola "sbagliato" per non etichettare tale comportamento in modo negativo) rispetto al contesto e al momento, ma non scelgo certo un’azione punitiva. 

 I bambini, giocando al teatro, mettono in campo tante energie, sia fisiche che mentali: si esprimono, giocano, si relazionano, pensano e dicono, si confrontano, provano ed esternano emozioni (lo fanno sicuramente, seguendo la loro natura curiosa e vitale, anche in tante altre attività quotidiane e scolastiche. Ma io parlo sempre in base a ciò che studio, sperimento, osservo). In tanti giochi, soprattutto i più dinamici, i bambini a volte si “azzuffano”, nel senso vero della parola. Si spingono, si scontrano, cercano volutamente il conflitto, anche fisico. Questo non è di per sé una tragedia! Questo non va tradotto automaticamente con: questi bambini sono piccoli teppisti!!! Sono bambini che vivono di emozioni e pulsioni, che cercano modalità per esprimersi, affermare il proprio pensiero ,manifestare un malessere, reagire ad un evento. A noi adulti il compito di sapere come affrontare la questione, in modo consapevole, con serenità e senza drammi. I bambini, anche attraverso i normali litigi con i compagni, imparano a relazionarsi, a negoziare, a socializzare.

 Lo vediamo in modo più palese nella scuola primaria, quando il litigio non ha solo le sembianze del “capriccio” tipico dei bambini più piccoli (che poi spesso capriccio non è ma è la manifestazione di un disagio), e viene verbalizzato ed articolato in modo più complesso. "Tu non mi hai permesso di dire la mia idea su questo personaggio. Ti credi di sapere sempre tutto tu, ma anche io ho molte cose da dire. E poi vediamo se sono belle oppure no." diceva molto infervorato Roberto, 8 anni, ad un suo compagno, nella fase di creazione di un'improvvisazione su testo. In questo caso al litigio va dato ulteriore spazio: spazio utile al confronto costruttivo e al chiarimento. Anche la gestione del conflitto è alfabetizzazione emotiva. Lavoro da oltre 16 anni con i bambini e un po’ grazie allo studio, un po’ intuitivamente, un po’ per l’esperienza sul campo, a tutte queste considerazioni ero già giunta da tempo con grande convinzione. Ma trovare una “pedagogia” del litigio è stato ovviamente illuminante per me e spunto di grandi riflessioni. C'è sempre da imparare dai grandi professionisti. Conosco i libri di Daniele Novara da tempo.. il suo “L’ascolto si impara” l’ho letto per la prima volta nel 2000 circa, quando iniziavano le mie ricerche per Teatro in Gioco®. Poi a Rimini, alla formazione che ho seguito a novembre c’era anche lui che ci parlava proprio dell’importanza del litigio e di come gestirlo. E’ importante non censurare il litigio come se fosse “qualcosa di marcio”, da bambini cattivi. Si tratta sempre di saper gestire le emozioni, mai di cancellarle.
 
Daniele Novara, nel libro "L'Ascolto si impara" scrive: “..sviluppiamo una pedagogia della creatività, del fare esperienza, del saper stare nei conflitti, del viverli come un passaggio fisiologico dell’addestramento alla vita. Finché c’è conflitto c’è anche comunicazione e relazione.”

E allora… invece di demonizzarlo .. educhiamo i bambini a stare nel conflitto in modo sano e costruttivo. 
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lunedì 11 gennaio 2016

Fare teatro con i bambini.. costruire e restituire il senso del percorso

Non si tratta di “replicare” il teatro con i bambini, ma di costruirlo! Costruire.. non perdiamo mai di vista il significato di questa parola! Un percorso teatrale da svolgere con i bambini è tutto da costruire... non da ripetere a memoria, non da portare in modo asettico in classe come fosse qualcosa da "appiccicare" addosso ai bambini (o a se stessi, mi riferisco agli adulti, conduttori del percorso). Non si fa teatro perché si improvvisano un po’ di “giochetti” e di scenette con i bambini. Non si fa teatro perché si scarica un copione da internet. Non si fa teatro con i bambini perché a fine anno la sala è gremita di spettatori! 

Come ricercatrice in questo campo rivendico la necessità di “costruire” il nostro fare teatro con i bambini! In primo luogo va costruito il senso stesso del fare teatro: le valenze pedagogiche del nostro percorso. Parallelamente si costruisce l'identità del laboratorio, attraverso la struttura portante che, dandoci solide basi, ci permetterà al contempo di avere anche le ali: la leggerezza necessaria per far respirare il nostro lavoro con i bambini, la flessibilità indispensabile che ci permetterà di vivere il qui e ora, accogliendo l'imprevisto, trasformando in corsa un'idea, dando spazio ad una proposta inaspettata. Sarebbe un grande limite mantenersi rigidi e inamovibili in una "scaletta di attività" preconfezionate! Non riuscire ad accogliere il “cambiamento” significa limitare ed inibire la libertà espressiva. Costruire la struttura di un incontro (e di un percorso) non significa fare la scaletta dei giochi! 

E' fondamentale lavorare su una coerenza progettuale, su ricerche pedagogiche chiare, ma questo non significa "replicare schemi". Significa aver capito ed elaborato in modo più globale e decisamente più profondo, attraverso lo studio e poi la pratica, il senso di ogni proposta progettuale che rivolgiamo ai bambini. Significa creare e fornire strumenti operativi per permettere ai bambini di transitare da un linguaggio all'altro - narrazione, danza, attività grafica,drammatizzazione - da un codice all'altro, da un'intelligenza all'altra come ci suggerirebbe Gardner. Questo cerco di fare con il MetodoTeatro in Gioco®. 

Queste ricerche e riflessioni hanno dato vita al libro "Lo Spazio Teatro Gioco" che, non a caso, è il nome che identifica anche i laboratori che svolgo con i bambini, e il seminario formativo per adulti. Spazio Teatro Gioco: costruire un linguaggio teatrale strutturato a misura di bambino, attraverso l'elaborazione di un percorso pedagogico ed espressivo incentrato su tematiche di lavoro ed obiettivi ben definiti, con una struttura portante solida, valorizzando la flessibilità come risorsa indispensabile per insegnare e apprendere. In questo modo anche lo schema ha il suo senso - strutturale e didattico - aiuta e funziona... senza toglierci il qui e ora, la bellezza del cambiamento, lo stupore dell'imprevisto.
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domenica 10 gennaio 2016

Valorizziamo un teatro dei sensi

"Il senso più importante del nostro corpo è il tatto.. ci dà coscienza della profondità o dello spessore e della forma; tastiamo, amiamo e odiamo, ci irritiamo e ci commoviamo grazie ai corpuscoli tattili della nostra pelle" (J. Lionel Taylor) Prova a toccare... cosa senti? Quanto entro con i bambini nel mondo del topolino Gelsomino - la mia fiaba che diventa attività sensoriale- si apre uno spazio fatto di sensazioni, di immagini da ricostruire attraverso il tatto..non sono gli occhi a vedere ma le mani, i piedi, la pelle.. 

La pelle sente e risponde, parla, esprime e comunica. Questo significa poter accantonare in questo tipo di esperienza i condizionamenti visivi -che spesso influenzano in modo dominante la capacità di percepire altro, più profondamente- permettendo al bambino di "vedere" utilizzando un altro senso e un altra modalità comunicativa. Significa fornire strumenti al bambino per conoscere e sperimentare affidandosi alla memoria dei sensi che è fatta di attimi fugaci o di tempi lenti e dilatati..da assaporare piano piano..perché la pelle registra le sensazioni e restituisce una costruzione di significato con i "suoi tempi".

 A volte un bambino tocca un materiale ed immediatamente ci comunica un'idea. A volte il bambino si sofferma a lungo ad "ascoltare" nuove sensazioni che la pelle sperimenta. La sensazione con i bambini si traduce spesso in emozione: è morbido e mi fa stare bene! E' caldo...quando mi piace! Oppure genera una narrazione spontanea: è morbido, è un gattino che dorme, si chiama Flo. Credo che l'esperienza tattile vada recuperata e valorizzata ancora di più nei percorsi espressivi e didattici. Nei laboratori teatrali da svolgere con i bambini le attività sensoriali devono secondo me avere un ruolo fondamentale! Anche questo va recuperato, didatticamente e culturalmente: un teatro dei sensi.
Didatticamente e culturalmente, ossia: accogliere una pedagogia dei sensi, valorizzare il tatto nell'esperienza educativa, combattere lo stereotipo del "vietato toccare", studiare e riprendere le ricerche del tattilismo, di Bruno Munari, dell'educazione plurisensoriale. 

Toccare per scoprire, per nominare e riconoscere sensazioni ed emozioni, per immaginare, costruire e drammatizzare storie... storie che pungono come ricci, che scivolano come acqua, appiccicano come colla.. storie che ci restituiscono le idee e le emozioni dei bambini. Storie che nutrono il pensiero e la fantasia.
Io sono per un teatro dei sensi.

Alcuni suggerimenti:

Fiaba e percorso sensoriale da sviluppare con i bambini: "Gelsomino e la paura del buio" di Helga Dentale, nel libro "Ancora racconto" ed. youcanprint

Sull'importanza del tatto per lo sviluppo del bambino: molto interessanti le ricerche di Ashley Montagu, fra i suoi libri più conosciuti: "Il linguaggio della pelle", Verdechiaro edizioni.

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