Anche azzuffarsi fa bene per crescere! Il conflitto fra bambini non deve
essere represso o soffocato. Il conflitto è sano se gestito
correttamente dall’adulto. L’adulto! Il problema spesso è proprio la sua
reazione inadeguata: l’imbarazzo di non saper che fare e allora meglio
far finta di niente; oppure innescare il senso di colpa con frasi
inutili e nocive : "siete dei bimbi cattivi se litigate"; o ancora la
punizione come soluzione. Da sempre credo che "educare" non corrisponda a
"punire", e quando un bambino non rispetta le regole del gioco nel
laboratorio teatrale preferisco confrontarmi serenamente con lui e poi,
eventualmente, scelgo di adottare una modalità di contenimento di un
comportamento "poco consono" (scelgo volutamente di non usare la parola
"sbagliato" per non etichettare tale comportamento in modo negativo)
rispetto al contesto e al momento, ma non scelgo certo un’azione
punitiva.
I bambini, giocando al teatro, mettono in campo tante
energie, sia fisiche che mentali: si esprimono, giocano, si relazionano,
pensano e dicono, si confrontano, provano ed esternano emozioni (lo
fanno sicuramente, seguendo la loro natura curiosa e vitale, anche in
tante altre attività quotidiane e scolastiche. Ma io parlo sempre in
base a ciò che studio, sperimento, osservo). In tanti giochi,
soprattutto i più dinamici, i bambini a volte si “azzuffano”, nel senso
vero della parola. Si spingono, si scontrano, cercano volutamente il
conflitto, anche fisico. Questo non è di per sé una tragedia! Questo non
va tradotto automaticamente con: questi bambini sono piccoli
teppisti!!! Sono bambini che vivono di emozioni e pulsioni, che cercano
modalità per esprimersi, affermare il proprio pensiero ,manifestare un
malessere, reagire ad un evento. A noi adulti il compito di sapere come
affrontare la questione, in modo consapevole, con serenità e senza
drammi. I bambini, anche attraverso i normali litigi con i compagni,
imparano a relazionarsi, a negoziare, a socializzare.
Lo vediamo in modo
più palese nella scuola primaria, quando il litigio non ha solo le
sembianze del “capriccio” tipico dei bambini più piccoli (che poi spesso
capriccio non è ma è la manifestazione di un disagio), e viene
verbalizzato ed articolato in modo più complesso. "Tu non mi hai
permesso di dire la mia idea su questo personaggio. Ti credi di sapere
sempre tutto tu, ma anche io ho molte cose da dire. E poi vediamo se
sono belle oppure no." diceva molto infervorato Roberto, 8 anni, ad un
suo compagno, nella fase di creazione di un'improvvisazione su testo.
In questo caso al litigio va dato ulteriore spazio: spazio utile al
confronto costruttivo e al chiarimento. Anche la gestione del conflitto è
alfabetizzazione emotiva. Lavoro da oltre 16 anni con i bambini e un
po’ grazie allo studio, un po’ intuitivamente, un po’ per l’esperienza
sul campo, a tutte queste considerazioni ero già giunta da tempo con
grande convinzione. Ma trovare una “pedagogia” del litigio è stato
ovviamente illuminante per me e spunto di grandi riflessioni. C'è
sempre da imparare dai grandi professionisti. Conosco i libri di Daniele
Novara da tempo.. il suo “L’ascolto si impara” l’ho letto per la prima
volta nel 2000 circa, quando iniziavano le mie ricerche per Teatro in
Gioco®. Poi a Rimini, alla formazione che ho seguito a novembre c’era
anche lui che ci parlava proprio dell’importanza del litigio e di come
gestirlo. E’ importante non censurare il litigio come se fosse
“qualcosa di marcio”, da bambini cattivi. Si tratta sempre di saper
gestire le emozioni, mai di cancellarle.
Daniele Novara, nel libro "L'Ascolto si impara" scrive: “..sviluppiamo una
pedagogia della creatività, del fare esperienza, del saper stare nei
conflitti, del viverli come un passaggio fisiologico dell’addestramento
alla vita. Finché c’è conflitto c’è anche comunicazione e relazione.”
E allora… invece di demonizzarlo ..
educhiamo i bambini a stare nel conflitto in modo sano e costruttivo.
www.teatroingioco.it
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