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mercoledì 30 gennaio 2013

fiabe narrate, nuovi progetti e nasi rossi

Accidenti! Il tempo passa sempre troppo velocemente...nel mio intrecciarsi di idee e progetti, spettacoli e seminari..perdo il contatto diretto con questo blog. E non scrivo quanto vorrei.
 Mi rendo conto improvvisamente che in questo spazio il tempo si è fermato alla fine del corso per operatori teatrali per bambini e invece, nella realtà non virtuale, nel tempo vissuto fisicamente e mentalmente tutti i giorni, sono accadute tantissime nuove cose! Il corso "Lo spazio teatrogioco" denso e corposo, il seminario sulla narrazione in libreria, divertente e piacevole, gli spettacoli per bambini.. E il progetto "appartenenza" che tanto mi sta risucchiando la mente..in senso positivo..un quotidiano mettersi in gioco, un confronto costruttivo continuo con le mie idee in evoluzione e quindi mutevoli, spesso contraddittorie.. L' aforisma di Whitman "Mi contraddico? Ebbene si, mi contraddico. Sono spazioso, contengo moltitudini" credo faccia proprio al caso mio!

Ma torniamo alla formazione, al metodo Teatro in Gioco, che è un pò il filo conduttore di questo blog. Ci prepariamo ad indossare la maschera più piccola del mondo. Siamo pronti a mostrare il nostro naso rosso lanciandoci con curiosità nella ricerca del nostro clown.
Domenica ci sarà il seminario "un naso rosso per giocare" e sarà una giornata all'insegna della libertà espressiva e creativa. Sarà un pò diversa la modalità di conduzione del seminario, rispetto al solito. Sempre incentrata sul fare, ovviamente, che è il mio"credo" pedagogico ma in questa esperienza formativa si partirà realmente da una ricerca personale prima di lavorare sul percorso espressivo da utilizzare con i bambini. Non credo sia possibile fare altrimenti.

 La prima scoperta deve essere autentica, individuale, assolutamente soggettiva: stiamo cercando il nostro clown, quello che già vive dentro di noi, sepolto sotto i divieti e le sovrastrutture, nascosto in vari angoli della nostra personalità, quelli più poetici, buffi, grotteschi, fantasiosi, irriverenti, a volte fragili. Quindi la prima parte del lavoro sarà dedicata totalmente al nostro clown. Solo in un secondo momento, dopo aver sperimentato e creato liberamente, indirizzeremo la nostra ricerca nell'idea di costruire un percorso sul clown a misura di bambino.

 Anche con i bambini il lavoro sul clown dovrebbe servire a "liberare" energie, potenzialità, risorse creative e non ad indottrinare, costruire formalmente, copiare un modello preconfezionato. Nei laboratori teatrali quando ho lavorato sul clown, i bambini si sono sempre divertiti tantissimo, dando voce all'ironia, sperimentando la possibilità di mostrarsi buffi o impacciati senza diventare oggetto di critiche o presa in giro. Forse è questo l'aspetto più interessante del percorso: il clown può aiutare i bambini a capire che non siamo perfetti, e la nostra imperfezione non è qualcosa di cui dobbiamo vergognarci. Trasformare un piccolo "difetto" in una risorsa è fortemente gratificante, ed è il principio creativo del clown.
Credo che sia fortemente liberatorio e sano permettersi di provare e sbagliare, senza prendersi troppo sul serio, senza il timore di essere giudicati e valutati.. Sembra sempre di dover essere all'altezza di qualcosa, sembra sia necessario sempre dimostrare il nostro valore, il nostro impegno, il nostro talento, la nostra bravura.. stavolta non dobbiamo dimostrare niente a nessuno!

" Il  clown fallisce dove ci si aspetta che riesca e riesce dove ci si aspetta che fallisca. Il clown prende tutto alla lettera: quando cade la notte lui va a cercarla per terra. Il clown rovescia la logica: mette disordine nelle cose in ordine, permettendo così di denunciare l'ordine riconosciuto"    J. Lecoq