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martedì 17 marzo 2015

L'importanza del bambino di raccontare e raccontarsi

"Che cosa facete?" ci chiede con aria sorpresa una bambina nel cerchio delle storie mentre la nostra borsa magica diviene "ballerina" e inizia a muoversi veloce, facendo ridere tutti. "Raccontiamo le storie, e per farlo ora proviamo ad aprire la nostra borsa". Basterebbe guardare gli sguardi curiosi dei bambini che mi osservano mentre apro lentamente la borsa, in un silenzio fatto di ascolto e meraviglia, per contattare quell'elemento indispensabile per una crescita sana, armoniosa, fatta di pensiero costruttivo e divergente..Sto parlando dello stupore. Il motore di ogni ricerca, di ogni nuova scoperta. Ed è di questo elemento così prezioso per lo sviluppo della creatività che i bambini si nutrono continuamente..ne sono ghiotti, e sta a noi adulti costruire spazi di gioco per accogliere e promuovere questa innata curiosità di mettersi in ascolto, di dare senso, significato, forma alle cose. Sta a noi adulti non soffocare lo stupore e il principio creativo volendo a tutti i costi dire "che quella cosa è così". Soprattutto nelle attività espressive, come il gioco del teatro o il laboratorio di fiabe, il bambino elabora le storie attribuendo nuovi significati, immaginando, inventando, trasformando. E' il suo modo per dare senso -reale o fantastico- alle cose. Così, preparando una "zuppa scacciapaure" per aiutare un pesciolino un pò spaventato, i bambini hanno potuto mettere nel nostro pentolone qualsiasi ingrediente anti-paura: c'è chi ha "lanciato" nel pentolone scorpioni velenosi, carote, latte e biscotti, coccole, carne, una macchina, un dinosauro, una cipolla, un abbraccio e tanto altro.. E..mescoliamo, mescoliamo, mescoliamo ..la zuppa scacciapaure è pronta. " Io ci voglio mettere una macchina..secondo te va bene?" "Certo che va bene..ci possiamo mettere quello che vogliamo" "Infatti la macchina, quando sono triste mi fa passare la tristezza se mi faccio un giretto..e allora può passare anche la paura!" Mi sembra un'ottima osservazione! Perchè spesso, quello che sfugge a un adulto, ha un senso molto chiaro per il bambino..in questo suo modo meraviglioso, unico, ricco, di elaborare concetti e idee, di raccontarsi e raccontare storie. E spesso basta saper ascoltare.
www.teatroingioco.it

lunedì 9 marzo 2015

CHE TEATRO E' SE SI DISEGNA?

A volte questa è una delle perplessità che emergono. E' un laboratorio di teatro, perchè i bambini disegnano anche? Perchè danzano?
E perchè no? Rispondo io. Ci sono ancora modalità "vecchie" e stantie di fare teatro: quei percorsi dove teatro coincide con il verbo "recitare" e, questo "recitare" viene letteralmente tradotto in: replicare battute, imparare battute a memoria, ripetere parole e movimenti suggeriti dall'adulto. Questo non è recitare e tanto meno è "fare teatro"..e, per essere ancora più chiari dal punto di vista pedagogico, non può essere "fare teatro con i bambini" poichè si tratta di un'esperienza molto più ricca, creativa, che coinvolge il bambino nella sua globalità: corpo, sensi, emozioni, voce, pensiero.. E, per fare tutto ciò, è necessario utilizzare quella ricchezza espressiva che il teatro ci offre. Quindi non "recitare" ma fare del linguaggio teatrale esperienza in continuo divenire: giocare con il corpo e con la voce, interpretare, danzare, rappresentare attraverso forme simboliche e reali. E dopo aver raccontato una fiaba e averla interpretata teatralmente attraverso il gioco simbolico, proporre ai bambini di rappresentarla mediante il disegno significa continuare ad elaborare pensieri ed emozioni. Non si tratta di "perdere" dieci minuti di tempo ma di permettere al bambino di rafforzare il pensiero narrativo, di costruire autonomamente nuovi contenuti della storia attraverso l'esperienza grafica. Provate ad ascoltare le verbalizzazioni dei bambini mentre disegnano le storie e i personaggi: è evidente il lavoro di analisi, elaborazione, creazione che mettono in atto. E' la loro modalità per "riscrivere" la storia, ripercorrendo i passaggi narrativi basilari, aggiungendo nuovi elementi e considerazioni personali. 

Nell'incontro teatrale della Città senza colori dopo tutto il percorso - fiaba interpretazione lavoro con il corpo - i bambini colorano la storia.. quasi tutti coprono letteralmente la strega per farla sparire. 
"Ecco, guarda, adesso Cancellina non c'è più, siamo al sicuro. Hai visto come sono stato forte?" Molti bambini con quel gesto espressivo e grafico neutralizzano la strega! Altri si concentrano per colorare la città seguendo il proprio gusto. "Io ho fatto tornare tutti i colori..il cielo è rosso e il prato è blu. Ho fatto la magia!"
 
E allora: che teatro è se si disegna? Un teatro che non ha paura di rompere gli schemi e di riempirsi di colori.
www.teatroingioco.it

domenica 1 marzo 2015

AFFRONTARE E SUPERARE LE PAURE ATTRAVERSO IL GIOCO DEL TEATRO

Tutti i bambini vivono, elaborano e affrontano piccole grandi paure ogni giorno. Paure che sono funzionali per crescere se vengono affrontare con serenità, paure che "passano, si trasformano e vanno" se trattate nel giusto modo e con rispetto anche dall'adulto. Il gioco del teatro, lo sappiamo bene, è uno spazio creativo che possiamo definire anche "curativo". Il potere terapeutico del teatro è un aspetto essenziale, onnipresente. Non dimentichiamoci mai le origini del teatro: il teatro nasce dal rito, dalla necessità dell'uomo primitivo di comunicare esigenze profonde, condividere ed esorcizzare le paure. 
Il teatro -inteso sempre come linguaggio espressivo ed educativo - è spazio privilegiato per affrontare con i bambini le paure che caratterizzano la crescita, il cambiamento, la meravigliosa strada che li porta verso la conquista dell'autonomia: paura del buio, del distacco, di essere inadeguati per fare una certa cosa, paura di socializzare.. 
Il gioco simbolico, il faccio finta che.. proprio del linguaggio teatrale è di per sè trasformativo e catartico: ci permette di prendere una situazione negativa e tramutarla in altro. Ci permette, nel gioco di finzione, di intervenire simbolicamente sulla realtà, cambiandola in modo rassicurante. Questo avviene attraverso la narrazione delle storie, i giochi teatrali ed espressivi, le rappresentazioni grafiche e le verbalizzazioni dei bambini: quindi tutto ciò si realizza nel gioco del teatro. 

Qualche giorno fa a scuola nell'incontro di teatro ho raccontato la storia del topolino Gelsomino, molto spaventato dal buio.. alcuni bambini dopo la fiaba hanno spontaneamente iniziato a verbalizzare le loro emozioni:  "Io gli voglio bene a Gelsomino perchè è come me. Il buio ci mette paura" mi ha detto Riccardo. "Ma adesso la stellina ha coprito il buio..il buio non c'è più" ha risposto Martina. La stellina è stata il nostro "alleato magico" nella storia, con dolcezza e fare rassicurante ha incoraggiato Gelsomino ad affrontare la paura del buio, aiutandolo in questa impresa così importante. Dopo la fiaba abbiamo continuato ad elaborare questa tematica chiave attraverso nuovi linguaggi, la paura è stata spazzata via dallo spazio attraverso una danza piena di energia e di commenti " Brutta paura ti scaccio..vattene..ecco, non c'è più" diceva ridendo Ludovica. E poi ci siamo concessi anche un rituale di emergenza.. una filastrocca che ripetiamo tutti insieme e a gran voce, ideata da me come tutto l'incontro. Così..non si sa mai, la paura è già stata cacciata via, ma se dovesse tornare noi abbiamo la nostra "filastrocca magica" :
 
Filastrocca scacciapaura
guarda la notte non è così scura
pensa alle stelle tanto lucenti
sogna le cose più divertenti
Fai una linguaccia alla paura: Bleee!
Fai una linguaccia ai mostri puzzoni: Blee!
Fai una linguaccia ai rumori più strani: Blee!
Dormi tranquillo fino a domani.
www.teatroingioco.it