A volte questa è una delle perplessità che
emergono. E' un laboratorio di teatro, perchè i bambini disegnano anche?
Perchè danzano?
E perchè no? Rispondo io. Ci sono ancora modalità "vecchie" e stantie di fare teatro: quei percorsi dove teatro coincide con il verbo "recitare" e, questo "recitare" viene letteralmente tradotto in: replicare battute, imparare battute a memoria, ripetere parole e movimenti suggeriti dall'adulto. Questo non è recitare e tanto meno è "fare teatro"..e, per essere ancora più chiari dal punto di vista pedagogico, non può essere "fare teatro con i bambini" poichè si tratta di un'esperienza molto più ricca, creativa, che coinvolge il bambino nella sua globalità: corpo, sensi, emozioni, voce, pensiero.. E, per fare tutto ciò, è necessario utilizzare quella ricchezza espressiva che il teatro ci offre. Quindi non "recitare" ma fare del linguaggio teatrale esperienza in continuo divenire: giocare con il corpo e con la voce, interpretare, danzare, rappresentare attraverso forme simboliche e reali. E dopo aver raccontato una fiaba e averla interpretata teatralmente attraverso il gioco simbolico, proporre ai bambini di rappresentarla mediante il disegno significa continuare ad elaborare pensieri ed emozioni. Non si tratta di "perdere" dieci minuti di tempo ma di permettere al bambino di rafforzare il pensiero narrativo, di costruire autonomamente nuovi contenuti della storia attraverso l'esperienza grafica. Provate ad ascoltare le verbalizzazioni dei bambini mentre disegnano le storie e i personaggi: è evidente il lavoro di analisi, elaborazione, creazione che mettono in atto. E' la loro modalità per "riscrivere" la storia, ripercorrendo i passaggi narrativi basilari, aggiungendo nuovi elementi e considerazioni personali.
E perchè no? Rispondo io. Ci sono ancora modalità "vecchie" e stantie di fare teatro: quei percorsi dove teatro coincide con il verbo "recitare" e, questo "recitare" viene letteralmente tradotto in: replicare battute, imparare battute a memoria, ripetere parole e movimenti suggeriti dall'adulto. Questo non è recitare e tanto meno è "fare teatro"..e, per essere ancora più chiari dal punto di vista pedagogico, non può essere "fare teatro con i bambini" poichè si tratta di un'esperienza molto più ricca, creativa, che coinvolge il bambino nella sua globalità: corpo, sensi, emozioni, voce, pensiero.. E, per fare tutto ciò, è necessario utilizzare quella ricchezza espressiva che il teatro ci offre. Quindi non "recitare" ma fare del linguaggio teatrale esperienza in continuo divenire: giocare con il corpo e con la voce, interpretare, danzare, rappresentare attraverso forme simboliche e reali. E dopo aver raccontato una fiaba e averla interpretata teatralmente attraverso il gioco simbolico, proporre ai bambini di rappresentarla mediante il disegno significa continuare ad elaborare pensieri ed emozioni. Non si tratta di "perdere" dieci minuti di tempo ma di permettere al bambino di rafforzare il pensiero narrativo, di costruire autonomamente nuovi contenuti della storia attraverso l'esperienza grafica. Provate ad ascoltare le verbalizzazioni dei bambini mentre disegnano le storie e i personaggi: è evidente il lavoro di analisi, elaborazione, creazione che mettono in atto. E' la loro modalità per "riscrivere" la storia, ripercorrendo i passaggi narrativi basilari, aggiungendo nuovi elementi e considerazioni personali.
Nell'incontro teatrale della Città senza colori dopo tutto il percorso -
fiaba interpretazione lavoro con il corpo - i bambini colorano la
storia.. quasi tutti coprono letteralmente la strega per farla sparire.
"Ecco, guarda, adesso Cancellina non c'è più, siamo al sicuro. Hai visto
come sono stato forte?" Molti bambini con quel gesto espressivo e
grafico neutralizzano la strega! Altri si concentrano per colorare la
città seguendo il proprio gusto. "Io ho fatto tornare tutti i colori..il
cielo è rosso e il prato è blu. Ho fatto la magia!" E allora: che teatro è se si disegna? Un teatro che non ha paura di rompere gli schemi e di riempirsi di colori.
www.teatroingioco.it
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