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sabato 20 novembre 2010

Le fiabe interattive:gioco e apprendimento

Giocare e comunicare attraverso le fiabe interattive...un'esperienza fantastica di gioco e scambio che crea un cerchio magico d'attenzione e condivisione. L'operatore teatrale racconta la storia: sussurra, poi alza il volume, modula il tono e cambia il ritmo..  i bambini partecipano attivamente,inserendosi direttamente nella fiaba che diviene animata,viva,densa di elementi e spunti creativi da interpretare con la voce, il corpo,la mimica.
Sto ultimando la scrittura di un mio testo di fiabe interattive (per bambini dai 3 ai 6 anni), una raccolta delle mie piccole "invenzioni fiabesche": da Caterina e Giacomone (la mano canterina e il piedone dal vocione) alla storia del Bruchetto brontolone che si trasforma in meravigliosa farfalla, da  Attenti alla Strega Strillacchia! alle Vocali Matte.. e così via. Scrivendole in versione "didattica", facendo attenzione quindi anche alla parte pedagogica, alle indicazioni da fornire agli operatori per utilizzarle, mi rendo davvero conto di come ogni fiaba sia nata da un preciso obiettivo. In Caterina e Giacomone,ad esempio l'obiettivo è quello di stimolare i bambini a contattare e riconoscere tonalità diverse della voce: Caterina ha una vocina acuta,mentre Giacomone ha un vocione basso. In più si gioca con due specifiche parti del corpo( mani e piedi) da contattare, "animare",coordinando i movimenti e associandovi anche l'elemento vocale. E tutte queste consegne,attraverso la fiaba, vengono semplicemente trasmesse ai bambini che le acquisiscono, sperimentandole, per imitazione.
 E' accaduto così nel tempo, che per ogni obiettivo (giocare con il ritmo, lavorare sui livelli dello spazio e sul flusso d'energia; sviluppare consapevolezze corporee e vocali,ecc.) sia nata una nuova fiaba: un piccolo racconto da scoprire,vivere, animare insieme ai bambini. Ho sempre dato molto rilievo all'aspetto ludico del racconto: più una fiaba è divertente, creando e provocando risate, più piace ai bambini. I personaggi che ho inventato nelle mie piccole storie sono spesso buffi, parlano con vocette strane, oppure è buffa la situazione che viene raccontata. Ho scoperto che per i bambini ogni fiaba è un piccolo tesoro in cui poter  trovare qualcosa di magico: da una nuova risorsa da contattare al piacere che scaturisce da una bella risata. Adoro le fiabe che,dopo il racconto, si sviluppano in un altro percorso creativo: le fiabe che vengono danzate,ad esempio, e che portano direttamente nel corpo le emozioni della storia. In quella dimensione i bambini si lasciano trasportare dalla musica ed entrano in contatto con il piacere di danzare,strisciare, saltare.. semplicemente giocare con il corpo. Ed è bello e molto significativo per i bambini anche trasferire la fiaba su foglio, renderla grafica, fissarla attraverso un'immagine iconica. Nella fiaba grafica ogni bambino pone l'accento sul personaggio o la situazione che lo ha colpito o incuriosito di più. Giocare con le fiabe è un ricco percorso di scoperta,piacere ludico, apprendimento,sperimentazione. Lo consiglio davvero a tutti,genitori ed educatori.. Basta guardare gli occhi dei bambini durante il racconto, basta osservarli interagire,cantare o mimare la storia che stiamo narrando: sono totalmente immersi in quel mondo magico! Fra l'operatore e il bambino si crea uno scambio così diretto e immediato. 
Io racconto..tu ascolti..insieme giochiamo!

lunedì 15 novembre 2010

il potere sociale del teatro (per i bambini e per i grandi!)

Con i laboratori teatrali per bambini spero,nel mio piccolo, di seminare anche per il futuro.. I piccoli di oggi, quindi i grandi di domani, possono imparare tanto attraverso il teatro. Oltre al contatto con se stessi, con la propria creatività e con il proprio mondo emotivo, il teatro apre la mente al " fare sociale": a concetti quali "io e gli altri", rispetto, solidarietà, ascolto, condivisione. Il teatro ha un potere sociale: può insegnare come si dovrebbe vivere in una società, attenti ai nostri bisogni,doveri e diritti ma ugualmente attenti a quelli degli altri.
 Questo può essere trasmesso (ovviamente in parte) attraverso un percorso teatrale.
Ma non dimentichiamo che il teatro è uno strumento sociale anche per gli adulti. Attraverso uno spettacolo (dal modo di farlo, organizzarlo, dallo spazio in cui farlo, dalle tematiche scelte) si può dire e fare. Non so se tanto, ma indubbiamente qualcosa. Rispetto a tanto "niente" (niente contenuti, niente valori, niente pensieri profondi di tanta televisione spazzatura ) "qualcosa" è sicuramente meglio. Risvegliare sensazioni, sfiorare dubbi, indignarsi, ridere, commuoversi.  Abbiamo bisogno di condividere idee, pensieri. Rischiamo di abituarci sempre di più nel credere che il massimo della condivisione sia vedere la partita in tv, o il Grande Fratello, o giocare alla play station fra amici. Rischiamo di non parlare più di niente di veramente interessante come un film, un libro, una mostra d'arte, un concerto..o di importante come la nostra situazione politica, le nostre idee, le ingiustizie e i fatti vergognosi che ogni giorno ci dovrebbero far indignare. Se vi va leggete il mio commento alla serata teatrale di venerdì 12 "Teatro a Taglio Corto" con me, Fabio ed altri attori.. Io credo sia stata una serata bella ed intensa in cui il teatro ha unito attori e pubblico,  permesso di condividere idee, pensieri ed emozioni. Abbiamo riso tanto (perchè anche la risata è esorcizzante e terapeutica!) ma abbiamo anche raccontato storie tragiche e purtroppo realistiche (come lo sfruttamento delle prostitute, il dramma dei cassa integrati..) Qualcuno potrebbe anche obiettare che comunque non cambierà niente. Forse. Ma mi sembra comunque meglio che stare a casa a fissare una scatola piena di tette, sederi, parolacce e volgarità.
In uno spazio teatrale ci sono persone vere con cui poter parlare a fine spettacolo, che possono risponderti e guardarti in faccia. Puoi mettere in campo idee, discutere, dialogare. E non devi nemmeno aspettare la pausa pubblicitaria!

Per leggere gli Appunti sullo spettacolo Teatro a Taglio Corto vai al blog

domenica 14 novembre 2010

La saccenza è nemica dell'apprendimento e della creatività...

Resto sempre un pò stupita nel constatare che, anche quando non faccio che ripetere che non c'è giudizio, che si impara facendo, che tutto teatralmente è una scoperta..c'è comunque chi aggredisce per non mettersi in gioco. Posso capire l'adolescente, in piena trasformazione fisica ed emotiva..Lo comprendo: non ha ancora abbastanza strumenti per esporsi, per rischiare da solo; è più semplice addossare colpe e responsabilità. Posso capire anche il bambino, in un momento di difficoltà espressiva, scaricare la sua frustrazione sul conduttore per non ammettere un "fallimento". Ecco allora bambini e adolescenti (pochi a dire il vero) ogni tanto uscirsene al laboratorio teatrale con frasi tipo: "Maestra (o Helga, a seconda dei casi) sei tu che non hai spiegato bene..avevi detto che..o.. non avevi detto che.."
E' una giusta autodifesa, che poi viene elaborata, trasformata. Che nasconde comunque un "disagio" relativo a quel momento e alla richiesta specifica da parte del conduttore. E va affrontata insieme, serenamente.
Ma un docente no! Mi permetto di dire no, che non trovo senso e giustificazione! A parte il fatto che all'arroganza difficilmente riesca a trovare una giustificazione, ma in più gratuita! Come si fa a sentirsi "vittima" di giudizio, di valutazione, addirittura di presa in giro. Come si fa a dirmi: "tu ci mostri l'esercizio al meglio per metterci in imbarazzo e in difficoltà"? Come si fa a pensarlo? Mi ha stupito perchè non mi era mai capitato in tanti anni di formazione per docenti. Non in maniera così esplicita almeno. Certo, so cogliere le resistenze di alcuni docenti, lo scetticismo o il dubbio. Generalmente provengono da chi affronta il corso non come un'opportunità ma come un dovere. Con la consolazione della retribuzione e con l'ansia dell'orologio. Magari "rubando" anche dieci minuti per uscire prima ed andare a fare un pò di shopping. Forse bisognerebbe riflettere su alcuni nodi centrali: basta un corso di formazione teatrale per trasformare tutti in operatori teatrali? Anche quelli che non hanno poi così voglia o interesse di farlo? Il mio pensiero si allarga e va oltre: E caratterialmente, tutti sono portati a condurre percorsi teatrali? Anche le persone saccenti, arroganti, oppure molto superficiali ? Oppure: una persona che non consideri minimamente l'importanza dell'espressione del corpo o della libera creatività sarebbe in grado di trasmettere ai bambini tali concetti? Sarebbe in grado di spiegarli, mostrarli, condurre giochi specifici? Non credo. Ma qui potrebbe venire in soccorso l'umiltà: essere sereni nel riconoscere le proprie risorse e i propri limiti. Dire semplicemente: questo gioco non mi "appartiene", mi inibisce, non credo di poterlo condurre! Oppure: proverò a trasformarlo, ad elaborarlo, a "semplificarlo". Perfetto! Ognuno può trasmettere il percorso consapevole delle proprie risorse e dei propri limiti. Io non sarei mai in grado di insegnare matematica e questa consapevolezza non mi crea un disagio! Se avessi degli strumenti operativi però potrei provare a farlo, con curiosità e molta umiltà (tranquillizzo tutti quelli che mi conoscono: è solo un modo di dire!).
Sicuramente con la saccenza non si può insegnare teatro.
E noto con piacere che la maggior parte dei docenti che seguono i miei corsi di formazione nelle scuole hanno lo spirito giusto e hanno voglia di vivere il percorso come una grande scoperta e non come un'esibizione personale. Ci sono docenti che mi riempiono di entusiasmo con il loro entusiasmo! Che  vivono ogni singolo gioco come un'opportunità formativa e creativa, senza  ansia da prestazione perchè non devono dimostrare niente a nessuno ; pronte ad elaborare, approfondire, sperimentare la ricaduta nel gruppo classe. Già proiettate nel mettere il nostro percorso a servizio dei bambini. Hanno perfettamente capito che, attraverso questo corso, non diventeranno attori o "insegnanti di teatro" ma potranno condurre dei percorsi di teatro espressivo con i bambini delle loro classi, consapevoli dell'obiettivo: aiutare i bambini ad aprirsi, ad esternare, a condividere idee creative ed emozioni. Che importa  allora se la tecnica non sarà perfetta? Basteranno gli strumenti operativi supportati dalla passione, dalla determinazione, dalla creatività. Aggiungo però anche dall'umiltà.
Ma chi è troppo saccente difficilmente scenderà dal piedistallo per mettersi in discussione. E difficilmente potrà darmi ragione!

domenica 31 ottobre 2010

formazione per docenti..prima di tutto una scoperta personale

E' iniziato il nuovo corso di formazione per docenti presso una scuola di Roma. Un corso di aggiornamento e, nello specifico, di formazione teatrale condotto da me e Fabio, attraverso la mia metodologia Helga Dentale-Teatro in Gioco. I docenti (parliamo di una scuola primaria) affrontano questo corso per formarsi sul linguaggio teatrale come strumento educativo/ espressivo/ preventivo/ didattico da utilizzare a scuola, nel gruppo classe. Acquisire quindi strumenti e competenze specifiche per condurre laboratori teatrali con i bambini. Avevamo già svolto un primo corso di formazione l'anno scorso, con ottimi risultati. Un corso di "alfabetizzazione teatrale" in cui focalizzare l'attenzione sulle tre grandi tematiche che caratterizzano il gioco del teatro: corpo,voce,emozioni. Quest'anno il corso è incentrato su un tema preciso:la maschera teatrale. Attraverso un viaggio espressivo e creativo che tocca le più importanti maschere (il naso del clown, la maschera neutra, la mezza maschera..) elaboreremo un ricco percorso di giochi teatrali. Oltre l'aspetto formativo vero e proprio, ovviamente importantissimo, ho notato con grande piacere quanto sia necessario e gratificante per gli insegnanti uno spazio di ricerca e scoperta personale. E' che a volte ancora ci si lascia condizionare dagli stereotipi: c'è chi il docente lo immagina solo e soltanto dietro la sua cattedra, magari autoritario, severo. Invece un pò di ironia, di leggerezza, non toglie niente al "ruolo". Sempre di più noto (in questo corso ma anche nei corsi per operatori teatrali) che i docenti hanno voglia di mettersi in gioco, di aprirsi verso nuove scoperte e concedersi nuove possibilità espressive. Nella nostra aula di formazione, durante le tre ore del nostro primo incontro, ho visto venti persone divertirsi, lasciarsi andare, lavorare sul clown con tanto di parrucche e nasi rossi. Li ho visti ridere insieme e sorprendersi, quasi "sdrammatizzando"un'immagine che spesso è ,e deve essere, più formale. E, dopo tanta energia creativa e spirito ludico i docenti, serissimi e concentrati, hanno preso i loro appunti, chiesto delucidazioni in merito agli esercizi appena svolti e ai relativi obiettivi didattici, si sono immediatamente proiettati nel contesto della loro classe. Insomma: il gioco appena vissuto si stava già giustamente trasformando in didattica. Mi chiedo: se il corso fosse stato noioso, statico, solo teorico, i risultati sarebbero stati gli stessi? Sicuramente no. Perchè non solo i bambini hanno bisogno di trarre piacere da un'esperienza formativa per apprendere meglio e prima, ma a mio modesto parere anche noi adulti. Insomma: mi sa che "giocando s'impara" valga un pò per tutti.

venerdì 29 ottobre 2010

Scuola, teatro, burocrazia

Le scuole, fra i loro infiniti,tragici e spesso surreali problemi da dover risolvere, iniziano ad organizzarsi per far partire i laboratori condotti dagli esperti esterni. Quindi al via i laboratori di teatro, musica, arte, ecc..Ora, dire "al via" è a dir poco ottimista..per non parlare di utopia pura. Partendo dal presupposto che questi laboratori vanno ad arricchire l'offerta formativa, vengono scelti dai docenti, discussi con i genitori, programmati per una ricaduta positiva nel gruppo classe.. e quindi considerati "utili", importanti per i bambini. ..e  dovrebbero quindi, a mio avviso, essere un servizio offerto dalla scuola stessa..ma lasciamo perdere questo tasto: i bambini non hanno nemmeno la carta igienica..mancano i supplenti..non parliamo degli insegnanti di sostegno..Insomma: soldi non ce ne sono per le cose fondamentali (chissà perchè? Non sarà che i tagli vanno a toccare proprio il cuore della nostra società e del nostro futuro? Se non si investe sulla formazione sarà forse sperando di renderci sempre più ignoranti e quindi più succubi, disinteressati, silenti? Lasciamo stare..) figuriamoci se possono essere previsti fondi pubblici per i laboratori! Quindi: i laboratori sono a pagamento, i genitori pagano per permettere ai propri figli di avere, a scuola, degli esperti che conducano un laboratorio specifico. Allora, dico: se i docenti scelgono un laboratorio, i genitori sono d'accordo e decidono di finanziarlo, i bambini non vedono l'ora di cominciare...perchè la macchina burocratica ed amministrativa inizia sempre a fare i capricci e ad incagliarsi? Parlo per esperienza diretta: sono anni che conduco, insieme a Fabio, laboratori teatrali in alcune scuole di Roma. Sempre le stesse. I docenti ci conoscono, i bambini pure, idem i genitori. Ed ogni anno, ad ottobre, vorrebbero ricominciare.  Ogni anno, ad ottobre, prima di cominciare c'è sempre qualche impedimento : il nuovo contratto..il vecchio contratto..il decreto dice..manca la firma... Burocrazia, evviva la burocrazia che invece di facilitare incasina, ostacola, ingolfa! E intanto i bambini aspettano..i genitori chiedono..i docenti cercano di velocizzare.. e speriamo bene! Chissà che miracolosamente qualcosa si sblocchi, magari che ci sia il tempo di firmare una circolare o di stampare un contratto. Speriamo!

domenica 10 ottobre 2010

Abbiamo iniziato a gettare i semi..

Energia allo stato puro!!! Che dire di più? L'incontro di ieri pomeriggio, il primo di questo nuovo corso di formazione, è stato denso di partecipazione, ascolto, fiducia, voglia di mettersi in gioco. Nelle nostre quattro ore abbiamo davvero lavorato tanto e bene, iniziando a confrontarci su questioni molto importanti: il ruolo dell'operatore teatrale, l'equilibrio fra libertà e contenimento, il potere terapeutico del teatro, l'assoluta necessità di creare un clima positivo e libero dai giudizi.. Ero davvero entusiasta al termine dell'incontro, "stanca"(quella sensazione positiva in cui percepisci di aver messo in campo molta energia. Sensazione,secondo me, che un operatore teatrale avverte sempre alla fine di ogni incontro in una classe) ed entusiasta! Leggevo sui visi delle corsiste (è un pò asettico come termine, lo so, e infatti mentre scrivo visualizzo i loro visi ed ho ben chiari i loro nomi) la loro soddisfazione, sicuramente legata al fatto di sentirsi gratificate dal percorso svolto. Sentirsi già un pochino dentro quel mondo così ricco (da un punto di vista creativo, pedagogico, teatrale) che è proprio dell'operatore teatrale. quel percorso in continua evoluzione; percorso di scoperte, risorse, studio, esperienze, passione,competenze.. E se ognuna di loro è uscita dal corso soddisfatta ed arricchita non è solo grazie a me (che sono solo uno strumento,una guida) ma è perchè ognuna di loro si è messa completamente in gioco! Grazie per la fiducia allora, e continuiamo così! Abbiamo ancora tantissime cose da fare! E se avete voglia di condividere idee ed emozioni relative al nostro percorso formativo non esitate a scrivere!

giovedì 7 ottobre 2010

NUOVO CORSO PER OPERATORI TEATRALI PER BAMBINI da gennaio 2011

Grazie a tutte le vostre numerose richieste! Sabato 9 inizia l'avventura espressiva e formativa del corso per operatori. Con il raggiungimento del numero massimo degli iscritti si sono chiuse le iscrizioni alla Decima Edizione del Corso per Operatori Teatrali per Bambini che partirà ad  ottobre. E, per un corso già completo, uno nuovo è già in programmazione! Sono già APERTE LE ISCRIZIONI per la XI° Edizione del Corso per Operatori Teatrali per Bambini che partirà a gennaio 2011. Unico a Roma e tra i pochissimi in Italia. 

Qualche informazione utile per chi fosse interessato:

Il corso (nato nel 2006) intende fornire strumenti tecnici e metodologie operative per essere in grado di condurre un percorso espressivo teatrale con i bambini attraverso Teatro in Gioco - Metodo Helga Dentale. 
IL CORSO SI RIVOLGE AD EDUCATORI, INSEGNANTI, E A TUTTI COLORO CHE INTENDONO LAVORARE COME OPERATORI TEATRALI CON I BAMBINI. 
TEMATICHE: pedagogia teatrale, tecniche di rilassamento, movimento corporeo e movimento creativo, respirazione ed uso creativo della voce, improvvisazione e giochi teatrali, pittura espressiva e gestuale, ritmo e danza creativa, la fiaba e la drammatizzazione. OBIETTIVI: conoscere e sperimentare tecniche teatrali e metodologie didattiche per lavorare con i bambini, conoscere e potenziare le proprie capacit espressive e comunicative, elaborare le proprie risorse creative, acquisire le tecniche e le conoscenze pratiche per strutturare un percorso di teatro creativo (espressione teatrale, movimento creativo, pittura espressiva) rivolto ai bambini della scuola dellinfanzia e della scuola primaria.

STRUTTURA DEL CORSO: * 9 incontri da 4 ore ciascuno per un totale di 36 ore didattiche; * studio individuale (su testi indicati nel corso e dispense fornite negli incontri) e creazione di un elaborato finale;
FREQUENZA: * 4 sabato e domenica in orario pomeridiano; * 1 sabato dalle 16.00 alle 20.00 (incontro conclusivo e discussione elaborato finale)

Si rilascia: ATTESTATO DI FREQUENZA

INIZIO CORSO GENNAIO 2011.
Calendario Incontri:
15|16 gennaio 2011
29|30 gennaio 2011
12|13 febbraio 2011
26|27 febbraio 2011
12      marzo   2011

SEDE: Zona Metro Colli Albani -Via Botero - Roma -

Maggiori informazioni: girasoliamoci@tiscali.it
Il nostro sito è: GirasoliTeatro.com

giovedì 30 settembre 2010

semplicemente:giocando si impara (valido per bambini ed adulti)

Il teatro è un gioco..e che resti tale! Gioco non significa "una cosa stupida" o di poco conto, al contrario. Il gioco è una cosa serissima. E' la metafora della nostra stessa esistenza: regole,ruoli,obiettivi,libertà,piacere. Ecco, si: piacere. Perchè che gioco sarebbe senza piacere? E che vita sarebbe senza piacere? Ma non me la sento ora di inoltrarmi in grandi,filosofiche,inarrestabili considerazioni sul senso della vita. No! Torno allora a dedicarmi solo ai miei pensieri relativi al campo teatrale. Se il Teatro è un grande Gioco: perchè allora si scavalca spesso e volentieri proprio la sua natura, la parte ludica? Perchè ancora mi capita di sentire che "fare teatro è fare la recita", che fare teatro è "dare le parti e,via, subito tutto a memoria, altrimenti vi metto la nota!"...E il gioco,il piacere,il divertimento? Ok l'impegno,la responsabilità..condivido pienamente. E' giusto educare i bambini (servirebbe molto anche agli adulti!) ad assumersi le responsabilità relative ad un impegno preso;significa educarli alla vita, ad un senso etico e sociale. Ma si può fare con il sorriso, con il piacere, con il divertimento. Si può educare a rispettare gli impegni presi, ad essere corretti ma anche a non prendersi sempre troppo sul serio. Perchè il rischio è questo. Si rischia che,facendo teatro, si finisca  nella trappola di voler "creare piccoli attori". Bambini attori, con l'ansia da prestazione, che imparano a memoria lunghe pagine di copione, che spesso ballano e cantano "manovrati tipo burattini", spesso soffocati da costumi scomodissimi (ma che fanno tanta scena!), in recite che si ispirano a format e modelli televisivi che io lascerei volentieri fuori da uno spazio che dovrebbe essere creativo. Sono troppo dura? Non credo, non lo so. E' solo il mio pensiero e non è detto sia quello giusto. Ma io ci credo e lo rivendico. Il teatro è un gioco. I bambini,nel fare teatro, devono divertirsi, contattare, sperimentare, mettere in luce una loro parte espressiva,creativa,viva. Che me ne importa se il costume sarà semplice e spartano, se il testo non sarà un musical famosissimo.. Vorrei solo vedere,nello spettacolo finale, bambini più sereni, più consapevoli dei propri strumenti espressivi, bambini che si divertono recitando, che portano a termine un impegno preso con se stessi e con il gruppo di lavoro..semplicemente con gioia e senza ansia. Bisogna fare un pò di pulizia per arrivare a ciò. Pulizia nella testa. Andare dritti alla semplicità, dritti al gioco. Levarsi un pò di sovrastrutture che spesso non servono a molto,anzi. So che è difficile: in un contesto generale (sociale,politico,mediatico) in cui essere ed apparire si confondono e si sovrappongono è possibile puntare sulla semplicità? Sulla "genuinità" di un progetto? Non è facile certo.  Anche con i nostri allievi adulti a volte ( fortunatamente sono pochi anche perchè chi punta più sugli aspetti formali generalmente cerca un altro corso ed altri insegnanti) sembra contare di più il bel vestito, il bel teatro, la battuta più lunga piuttosto che il valore stesso del fare teatro, di quella ricerca giocosa e seria al contempo, autentica e profonda, che ti porta a crescere sempre di più, teatralmente e non. Alcuni cercano soprattutto l'apparenza. Se è ciò che desiderano buon per loro ovviamente.
Io invece dico: se cominciassimo con i bambini a dar valore al Gioco e a non prenderci sempre troppo sul serio?.. chissà..

giovedì 23 settembre 2010

Pronti per la formazione!

Si parte, ci avviciniamo sempre più all'inizio del nuovo corso di formazione per operatori teatrali per bambini. Come ogni volta mi riempie di entusiasmo l'idea di condurre un nuovo gruppo verso la scoperta del "linguaggio teatrale a misura dei bambini", verso il contatto con le proprie potenzialità espressive e creative.. Un viaggio in se stessi, in primo luogo, nella creatività personale, nei nostri angoli un pò nascosti, in contatto con quella nostra parte "infantile" che tendiamo sempre a sopprimere in nome del nostro ruolo sociale,familiare o semplicemente perchè ormai "siamo grandi"! Per insegnare teatro ai bambini,secondo me, è necessario ricontattare dentro noi il bambino che ha voglia di giocare, di scoprire, di meravigliarsi, di lasciarsi andare.. Ovviamente non basta! Come operatori abbiamo una grande responsabilità, dobbiamo essere competenti, aver chiari i nostri obiettivi didattici, essere in grado di guidare,condurre, accompagnare. Che sia necessario conquistare l'equilibrio fra la libertà e il contenimento? Fra il ruolo di insegnante e quello di giocatore attivo? Credo proprio di sì, all'inizio del corso cercheremo proprio di delineare con chiarezza il ruolo e le caratteristiche fondamentali dell'operatore teatrale (almeno dell'operatore teatrale che segue la metodologia Teatro in Gioco!).
A chi (e siete tanti!) vorrebbe partecipare al corso ma ha difficoltà pratiche ad organizzarsi poichè troppo distante da Roma ricordo che è possibile svolgere il corso anche in altre città: se avete una sede (uno spazio abbastanza grande, una sala, un teatro,ecc) ed un gruppo di persone interessate posso raggiungervi io e svolgere un programma intensivo in un weekend (dal venerdì alla domenica).
Mi fa sempre un grande piacere sapere che ci sono corsisti, in tante parti dell'Italia (Toscana, Lombardia, Sicilia, Puglia, Calabria, Abruzzo, Campania, Molise..dimentico qualcuno?) che adottano il metodo Teatro in Gioco e conducono i loro laboratori teatrali nelle scuole!
Se avete qualche richiesta specifica potete scrivermi a: girasoliamoci@tiscali.it
Buona giornata!

domenica 19 settembre 2010

C'era una volta...

C'era una volta..I bambini ascoltano incantati e si spalanca un mondo magico, di fate,desideri, viaggiatori, eroi.. Ma anche di ostacoli, prove da superare, coraggio.. La fiaba, metafora della vita: un cammino non privo di difficoltà da dover affrontare, ma che con forza e fiducia ci porta verso il fatidico "e vissero felici e contenti"!
Ogni volta che racconto una fiaba ai bambini mi sorprendo a guardare i loro occhi.. E' uno scambio incredibile. Le fiabe sono un dono prezioso, per chi le ascolta e per chi le racconta!
Ne parleremo tanto (ma scriveremo soprattutto le nostre fiabe originali) nel seminario della fiaba di sabato e domenica. Vi aspetto!

Ma tornerò a parlarne, approfondendo le tante tematiche legate alla fiaba, anche nel blog.

sabato 18 settembre 2010

corso di formazione per operatori teatrali per bambini

Sta per iniziare il nuovo corso di formazione per operatori teatrali per bambini condotto da me, con la metodologia Teatro in Gioco, e il supporto di Fabio Filippi. Nel corso lavoreremo molto per trasmettere,trasferire e permettere ai corsisti di sperimentare sul campo. Secondo me si deve "fare" per "capire", o forse più semplicemente io non riesco ad insegnare in altro modo: sento l'esigenza di far toccare con mano, di rendere l'esperienza didattica una forma concreta e tangibile di apprendimento. Per questo nel corso si lavora soprattutto attraverso la pratica: i corsisti sperimentano su se stessi e nel lavoro gruppale i giochi teatrali, espressivi,le improvvisazioni, il lavoro sul corpo-voce-emozioni, che poi potranno condurre con i bambini.

E' molto importante per me, direi fondamentale, la creazione di un clima di lavoro positivo ed informale: un luogo aperto per esprimerci senza temere il giudizio. Questo viene ancora prima dell'imparare o forse è semplicemente strettamente legato ad esso: esprimo me stesso, la mia creatività e in questo modo sono libero di sperimentare in pieno e di apprendere. Il punto centrale del mio metodo, nella conduzione dei laboratori con i bambini: imparo giocando, senza giudizio. Teatro in Gioco