Sofia è come una foglia che vola in
un cielo tutto suo, in lei soffia un vento forte, che spesso la agita,
la fa urlare, la fa accartocciare su se stessa.. Davide è come una corda
di violino sempre tesa che emette un suono stridulo che sembra lacerare
lo spazio. Lisa è come un fiocco di neve, si posa lieve, immobile, lo
sguardo scintilla ed è con quello che parla perchè la voce non emette
suono. Giulio è come un filo d'erba, sottile e fragile..si
muove e dondola con un movimento che si ripete ancora e ancora.. Sono
solo alcuni dei bambini con bisogni speciali che ho conosciuto
quest'anno, e questi non sono i loro nomi reali. Ma è reale e forte il
rapporto che si è creato con loro, con ognuno di loro. Frutto di
tentativi, di avvicinamenti, di giornate no, di giornate si, di
difficoltà, di sorrisi, di momenti speciali, di relazione. Perchè
sarebbe più facile dire "questo bambino non può fare questa cosa.. o non
riesce a farla..o tanto è inutile che ci provo" ma preferisco pensare:
"in che modo posso trovare un punto di incontro, un dialogo, uno
scambio?" Non è facile, lo so. E io non sono l'insegnante di classe.
Faccio un altro lavoro. Porto avanti percorsi di narrazione, di teatro,
di creatività. Lo so. Ma è mio dovere almeno provarci.
La diversità non
può farmi paura, non può essere la "scusa" per non chiedere di più a me
stessa in termini di impegno, di capacità, di energie. E se non riesco
pazienza. Ma ci devo provare. Questo io l'ho sempre pensato. Credo in
una didattica inclusiva. Ci credo da quando nel 2002, Luca, 10 anni non
vedente e autistico, interpretò il narratore nello spettacolo di fine
anno con l'insegnante di classe che non faceva che ripetermi "tu sei
pazza" e che alla fine, mentre Luca mi abbracciava ridendo, mi chiese
scusa. Io ci credo e ci provo, ogni volta. E ho scoperto che Sofia adora
suonare il tamburo e allora io e lei ci parliamo così e dopo la nostra
prima "comunicazione sonora" lei per la prima volta mi ha abbracciato
forte.
Ho scoperto che Davide ha i suoi tempi ed è lui che si deve
avvicinare, ma se so aspettarlo, prima o poi arriva e si siede accanto a
me, gli piace la borsa delle storie "ballerina" e partecipa con tanto
entusiasmo al saluto finale. So che Lisa non parla ma ride tantissimo
ogni volta che racconto una storia, le piacciono soprattutto le fiabe
con i folletti, adora il paracadute didattico e vuole accarezzarmi la
mano ogni tanto, e a volte la stringe per alcuni minuti. Ho scoperto che
Giulio prima di stare in ascolto deve raccontarmi qualcosa e ripermelo
per due o tre volte..e poi resta in silenzio e ascolta le storie; la
strega Cancellina lo spaventa e lo diverte allo stesso tempo e quando la
borsa delle storie si chiude mi dice sempre: "No..no! Devi raccontare
un'altra storia perchè a me mi piace!" e si agita un pò, ma poi si
tranquillizza e mi saluta sorridendo. Stando in ascolto ho imparato
davvero tantissime cose!
www.teatroingioco.it
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