I bambini sanno
cogliere la "bellezza" in modo spontaneo e naturale. Si incantano
ascoltando la musica. Si fermano davanti all'arcobaleno. Si immergono
senza remore nei colori e iniziano a dipingere con tutto il corpo.. Non
c'è pregiudizio. C'è sempre la voglia di scoprire, di creare, di
costruire un nuovo mondo fatto di forme, suoni, relazioni,parole. Ma la
bellezza per diventare parte integrante della vita di un bambino,
e un domani dell'adulto, ha bisogno di essere nutrita, alimentata. Un
bambino educato alla bellezza potenzialmente cercherà nella sua vita la
bellezza, che non è solo un concetto estetico, non si tratta di qualcosa
di puramente formale.
La bellezza è un modo di concepire la vita, è il
pensiero che sa volare alto e non si ferma stagnante sul terreno fangoso
del giudizio ignorante; è la mente che sa cercare risposte oltre gli
stereotipi e i luoghi comuni; è la capacità di trasformare ciò che
accade attraverso l'immaginazione e la creatività. La bellezza è il
dialogo costruttivo. E' educare e non inculcare. E' il piacere del
gioco. E' crescere sapendo di poter essere te stesso senza subire
etichette di qualsiasi genere. E' saper stare con gli altri perchè
qualcuno ci ha insegnato in modo fermo e chiaro il rispetto. Sono sempre
più convinta che è su questo che ogni adulto - genitore ed educatore-
dovrebbe lavorare. Come un compito preciso, con forte senso di
responsabilità. Perchè siamo noi, ogni giorno, a permettere ai bambini
di nutrirsi di bellezza oppure di mediocrità.
Ho iniziato così oggi il
mio incontro formativo per concludere uno dei percorsi di Alfabeto
Teatrale: " Ciò che spero di avervi trasmesso, più di ogni altra cosa, è
l'idea di un linguaggio teatrale come strumento per educare alla
bellezza. Perchè è di questo che secondo me c'è veramente bisogno. E non
basta il teatro. E' una rivoluzione culturale molto più profonda e
vasta". Sento davvero l'urgenza di spingere in questa direzione.
L'ambiente -sociale, culturale- in cui cresce un bambino influisce in
modo determinante sulla formazione della sua personalità. Credo
fermamente nella "mente assorbente" della Montessori, o nei "cento
linguaggi" di Malaguzzi. Credo che il modello educativo messo in atto
faccia la differenza. Se un adulto urla, il bambino tende ad urlare. Se
un bambino viene parcheggiato davanti alla televisione per ore lui ci
starà. Se un bambino non conosce la musica, i libri, le fiabe, la
pittura..potrà liberamente scegliere di sperimentare questi strumenti?
Può "innamorarsi" di questi linguaggi? Siamo noi il modello. E dovremmo
tenerlo sempre a mente. Educare alla bellezza dipende da noi.
www.teatroingioco.it
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