"Mio figlio ha fatto lo steccato per tutto il tempo della recita.. E' durata un'oretta circa e lui è stato, insieme ad altri bambini, con le braccia aperte, in piedi, immobile a fare la staccionata. A un certo punto, quando entrava il gruppo delle mucche ha detto: "Buongiorno mucche!".
"Quanti anni ha tuo figlio?" "Quattro"
"Era contento di fare questa recita?"
"Non particolarmente..anzi, quella mattina non voleva nemmeno andare a scuola. Mi ha chiesto: ma lo steccato è importante papà come ruolo? Gli ho detto di si, ovviamente".
Questo è un dialogo avvenuto fra me e un mio conoscente, diversi anni fa. Il figlio, 4 anni, nella recita di fine anno organizzata dall'insegnante della classe - tema la fattoria degli animali - ha interpretato lo "steccato" stando circa un'ora immobile con le braccia aperte! Io non ho parole, o meglio, preferisco non pronunciarle esattamente per come mi passano per la testa.. Mi piacerebbe soprattutto capire, sapere, chiedere. A cosa pensava quella maestra mentre preparava questa deliziosa scenetta della fattoria? Si sarà interrogata sul significato pedagogico del suo operato? Proviamo a capire meglio anche noi.. proviamo a dare un senso a questa scelta. Può essere forse:
creativo, gratificante, educativo, divertente, appassionante, coinvolgente, giocoso, utile..
per un bambino di 4 anni passare un'ora, nel contesto di un'esibizione finale davanti ad una valanga di genitori muniti di telecamere e macchinette fotografiche, ad interpretare una stecca di legno che non parla e deve restare immobile?
O forse:
noioso umiliante stancante stressante inutile..
Ognuno potrà farsi un'idea ragionando sull'argomento.
Per quanto mi riguarda, è più forte di me.. Ogni volta che ci penso mi indigno sempre nello stesso modo, come se fosse una cosa personale, come se la vivessi in prima persona...come se ci stessi io a fare quello stupido steccato! Forse perchè la percepisco così. E' personale, è estremamente personale, visto che si tratta di rispettare e tutelare i diritti e le esigenze dei bambini, e dato che questo è l'impegno primario al centro delle mie ricerche!
Troppi spettacoli senza nessun criterio pedagogico da seguire.. Troppi steccati e mucche.. Troppi spettacoli con protagonisti e comparse, che è ancora un altro discorso e riguarda soprattutto i bambini più grandi della scuola primaria. Insomma..ancora troppo teatro con i bambini senza pensare davvero ai bambini!
Ma perchè proprio oggi scrivo di questo, se il fatto in questione è di qualche anno fa? Perchè questo modo di fare teatro si ripete ogni giorno. Perchè sto in contatto con centinaia di insegnanti in questo periodo e di racconti simili ne sento fin troppi. I film americani ci danno il "buon" esempio: ci mostrano tante scene di recite finali con palchi super attrezzati, mega scenografie, bambini che interpretano carote, zucchine, pannocchie di mais, genitori urlanti e commossi! Evviva il teatro! Evviva la pedagogia teatrale!
C'è qualcosa di sbagliato nell'interpretare una carota? In assoluto no. E non ci sarebbe niente di male se un bambino scegliesse - scegliesse e non subisse la scelta- di vestirsi da carota, ci mancherebbe! E' il senso che diamo a queste performance che nasce da presupposti a mio avviso sbagliati. E' come vengono concepiti questi macro spettacoli che mi lascia perplessa e mi porta ogni volta a riflettere sul senso del fare teatro a scuola. Spesso si organizzano queste "scenette"- termine che viene utilizzato tantissimo e che non sopporto - piene di animali e vegetali di vario tipo perchè è più facile realizzare una storia con personaggi "muti", concepiti come comparse, contorno colorato, "massa". L'insegnante o l'operatore può raccontare qualcosa o meglio, può affidare ai bambini più grandi e "più svegli" un pò di battute - quante volte mi sono sentita dire: quelli sono svegli, falli parlare di più! - e il resto dei bambini si mette lì ad interpretare piante, animaletti, ortaggi vari.. qualche canzonicina, un bel girotondo ..e vissero tutti felici e contenti! Ecco perchè si scelgono personaggi silenti come carote e zucchine, perchè è più facile creare una bella scenetta, perchè l'effetto risata è già assicurato dai costumi e dalla situazione globale! E quanti ne ho visti di bambini muoversi goffi ed impacciati in improbabili costumi da super fiore fosforescente, o mega leone tutto peloso.. sarebbe divertente vedere anche le maestre conciarsi così e dire in coro "buongiorno mucche"! Gratificante, no?
Un amico mi ha raccontato spesso di essere rimasto traumatizzato da una recita di fine anno, aveva sei anni: l'insegnante gli aveva assegnato il ruolo dell'asino. Ragliare, con le orecchie d'asino e la coda, davanti al pubblico di genitori e parenti fu per lui un'umiliazione profonda. Vi sembra una reazione esagerata? Ma quell'insegnante ha provato a chiedersi il senso della sua scelta? Ha percepito il disagio del bambino che quella scelta l'ha solo subita? E' giusto imporre ad un bambino un personaggio da interpretare o un costume da indossare che lo mettono a disagio? E' questo il "potere trasformativo" del teatro? Trasformare i bambini in "come li vogliamo" noi adulti?
Quando facciamo teatro con i bambini, a scuola, chiediamoci sempre: quello che proponiamo è strutturato a misura di bambino? Risponde alle sue esigenze espressive e cognitive? Rispetta il bambino come individuo ricco e competente? I bambini non devono far teatro per compiacere l'adulto/educatore, per permettere all'adulto di mostrare abilità varie (saper dirigere, saper fare i costumi, saper scrivere la storia, saper fare le scenografie), per soddisfare le aspettative del genitore che pretende la recita. Il bambino non è un piccolo attore da manovrare. Lasciamogli spazio per giocare, creare, sperimentare. Evitiamogli l'umiliazione di chiederci, fasciato interamente da un tutina marrone: ma lo steccato è un ruolo importante vero?
Ho trovato la foto su internet e non credo si riferisca a bambini che recitano, ma rende l'idea del mio argomentare. Il sito di riferimento è in ogni caso indicato sulla foto.
Nessun commento:
Posta un commento