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mercoledì 13 gennaio 2016

Il conflitto è sano e aiuta a crescere..

Anche azzuffarsi fa bene per crescere! Il conflitto fra bambini non deve essere represso o soffocato. Il conflitto è sano se gestito correttamente dall’adulto. L’adulto! Il problema spesso è proprio la sua reazione inadeguata: l’imbarazzo di non saper che fare e allora meglio far finta di niente; oppure innescare il senso di colpa con frasi inutili e nocive : "siete dei bimbi cattivi se litigate"; o ancora la punizione come soluzione. Da sempre credo che "educare" non corrisponda a "punire", e quando un bambino non rispetta le regole del gioco nel laboratorio teatrale preferisco confrontarmi serenamente con lui e poi, eventualmente, scelgo di adottare una modalità di contenimento di un comportamento "poco consono" (scelgo volutamente di non usare la parola "sbagliato" per non etichettare tale comportamento in modo negativo) rispetto al contesto e al momento, ma non scelgo certo un’azione punitiva. 

 I bambini, giocando al teatro, mettono in campo tante energie, sia fisiche che mentali: si esprimono, giocano, si relazionano, pensano e dicono, si confrontano, provano ed esternano emozioni (lo fanno sicuramente, seguendo la loro natura curiosa e vitale, anche in tante altre attività quotidiane e scolastiche. Ma io parlo sempre in base a ciò che studio, sperimento, osservo). In tanti giochi, soprattutto i più dinamici, i bambini a volte si “azzuffano”, nel senso vero della parola. Si spingono, si scontrano, cercano volutamente il conflitto, anche fisico. Questo non è di per sé una tragedia! Questo non va tradotto automaticamente con: questi bambini sono piccoli teppisti!!! Sono bambini che vivono di emozioni e pulsioni, che cercano modalità per esprimersi, affermare il proprio pensiero ,manifestare un malessere, reagire ad un evento. A noi adulti il compito di sapere come affrontare la questione, in modo consapevole, con serenità e senza drammi. I bambini, anche attraverso i normali litigi con i compagni, imparano a relazionarsi, a negoziare, a socializzare.

 Lo vediamo in modo più palese nella scuola primaria, quando il litigio non ha solo le sembianze del “capriccio” tipico dei bambini più piccoli (che poi spesso capriccio non è ma è la manifestazione di un disagio), e viene verbalizzato ed articolato in modo più complesso. "Tu non mi hai permesso di dire la mia idea su questo personaggio. Ti credi di sapere sempre tutto tu, ma anche io ho molte cose da dire. E poi vediamo se sono belle oppure no." diceva molto infervorato Roberto, 8 anni, ad un suo compagno, nella fase di creazione di un'improvvisazione su testo. In questo caso al litigio va dato ulteriore spazio: spazio utile al confronto costruttivo e al chiarimento. Anche la gestione del conflitto è alfabetizzazione emotiva. Lavoro da oltre 16 anni con i bambini e un po’ grazie allo studio, un po’ intuitivamente, un po’ per l’esperienza sul campo, a tutte queste considerazioni ero già giunta da tempo con grande convinzione. Ma trovare una “pedagogia” del litigio è stato ovviamente illuminante per me e spunto di grandi riflessioni. C'è sempre da imparare dai grandi professionisti. Conosco i libri di Daniele Novara da tempo.. il suo “L’ascolto si impara” l’ho letto per la prima volta nel 2000 circa, quando iniziavano le mie ricerche per Teatro in Gioco®. Poi a Rimini, alla formazione che ho seguito a novembre c’era anche lui che ci parlava proprio dell’importanza del litigio e di come gestirlo. E’ importante non censurare il litigio come se fosse “qualcosa di marcio”, da bambini cattivi. Si tratta sempre di saper gestire le emozioni, mai di cancellarle.
 
Daniele Novara, nel libro "L'Ascolto si impara" scrive: “..sviluppiamo una pedagogia della creatività, del fare esperienza, del saper stare nei conflitti, del viverli come un passaggio fisiologico dell’addestramento alla vita. Finché c’è conflitto c’è anche comunicazione e relazione.”

E allora… invece di demonizzarlo .. educhiamo i bambini a stare nel conflitto in modo sano e costruttivo. 
www.teatroingioco.it

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