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sabato 17 maggio 2014

il teatro è lo spazio della globalità espressiva e del gioco..basta con il prodotto finale!

Basta! Ma perchè ci sono ancora genitori che mi chiedono di consegnargli il copione teatrale per il figlio di tre o quattro anni? Perchè qualcuno mi chiede di realizzare lo spettacolo finale già al nido? "I bambini hanno due anni!" replico io, e puntualmente mi sento rispondere: " Ma basta una cosa semplice..una recita breve per soddisfare i genitori. Altrimenti che teatro avrebbero fatto?" Perchè ci sono scuole dell'infanzia che ancora mi contattano chiedendomi la realizzazione di un grande spettacolo finale interpretato dai bambini, obbligati per l'occasione a mascherarsi in modo improponibile e a ripetere a memoria frasi e battute che dimenticheranno ben presto e che non serviranno certo a dar voce alla loro creatività? Frase troppo lunga? Si, forse..ma l'inquietudine da tirar fuori è tanta. Inquietudine e perplessità.
Per chi inoltra questa richiesta il senso è sempre questo, dal nido alla scuola primaria: "Senza spettacolo finale che corso è? Altrimenti, cosa resta alla fine... niente ?" Eccolo qui, il mostro in agguato: il prodotto finale. Qualcosa da giudicare, valutare, osservare, fotografare, registrare con la telecamera. Lo spettacolo finale.

Ora mi piacerebbe soffermarmi sulle parole "niente" e "tanto" nel contesto di un percorso teatrale incentrato sulla creatività e sulla globalità dei linguaggi espressivi. "Niente" spettacolo  finale non significa "niente" in termini di esperienza, percorso condiviso, sperimentazione, raggiungimento di obiettivi formativi. Spesso c'è molto di più in ciò che non si vede..eppure esiste, c'è! C'è un prezioso principio di scoperta in un bambino che si apre alla sperimentazione creativa..che scopre il piacere del bello.. o che trova nuovi linguaggi per comunicare ed esprimersi. Piccoli grandi cambiamenti. Esperienze che contribuiranno alla formazione della personalità di ogni bambino.  
E' nel percorso in sè che c'è davvero "tanto". E questo tanto, al nido e nella scuola dell'infanzia, si può documentare in molti modi senza dover fare una recita (termine odioso e lo utilizzo volutamente): si può creare un diario di viaggio, una mostra per condividere l'esperienza fatta con i genitori, una lezione-aperta.. Se di documentazione si tratta. Se invece parliamo di "dimostrazione" mi arrendo.

Non mi aspetto che tutti condividano il mio modo di fare teatro, ma io ci credo fermamente e non scendo più a compromessi. Forse quando ho cominciato, all'inizio, non avevo chiara e forte in me una struttura così solida..non avevo ancora maturato pienamente la valenza pedagogica e il senso profondo del mio fare teatro con i bambini. Ho detto inizialmente si agli spettacoli da far fare ai bambini, ho detto si per accontentare sostanzialmente insegnanti e genitori..ma soprattutto perchè non avevo toccato con mano il "limite" e la valenza negativa di quella scelta. E quei si sono durati davvero poco.

Mi ricordo, dopo uno spettacolo fatto dai bambini di una scuola dell'infanzia (nel 99) il senso di frustrazione che provai.. il percorso condotto durante l'anno  era stato piacevole (anche se mancavano delle attività strutturate completamente a misura di bambino e con chiari obiettivi didattici) ma le prove dello spettacolo erano state stressanti per me e per loro..li vedevo annoiati, buttati per terra, stanchi..e non avevano forse ragione? Quella esasperante richiesta d'attenzione per fare cosa? Uno spettacolo di fine anno ripetendo qualche frase, un pò di canzoncine e qualche movimento stabilito. Perchè un bambino dovrebbe trovare stimolante, divertente o creativa una cosa del genere?

Da quell'estate iniziai a progettare un altro modo di fare teatro..e iniziai a studiare.. fu un nuovo inizio meraviglioso! Viaggiando fra le pagine scritte dalla Montessori facendo risuonare in me il principio fondante "aiutami a fare da solo..", esplorando le idee di Loris Malaguzzi che trovai illuminanti.. I cento linguaggi dei bambini.. leggendo Rodari, Munari, appassionandomi ai testi di psicologia, di pedagogia, riguardandomi la storia del teatro e della pedagogia teatrale..leggendo libri sulla narrazione, sulla fiaba, sull'arte, sulla danza creativa ed educativa..  E piano piano, unendo la teoria alla mia formazione teatrale, frequentando stage e seminari, mettendo in campo idee, risorse, passione e conoscenze..è iniziata l'avventura del Metodo Teatro in Gioco. Un'avventura che dura dal 2001 circa, quando ho cominciato a condurre i laboratori nelle scuole con questo diverso approccio e a sperimentare un nuovo programma didattico; un'avventura che nel 2006 mi ha portato a creare il Corso per operatori teatrali per bambini, dando vita anche al mio percorso come formatrice.

Io non conduco laboratori teatrali con i bambini per trasformarli in piccoli attori o in replicanti di battute. Il progetto è completamente diverso! Non ritengo importante il "prodotto finale", mi interessa il percorso da fare insieme: aperto, flessibile, creativo, ricco di stimoli. Io non insegno teatro ai bambini, cerco di creare un contesto adatto, un terreno fertile per fare esperienze creative ed espressive nel grande gioco del teatro.

Il gioco del teatro è uno spazio vitale in cui i linguaggi espressivi dialogano e si contaminano.
 A chi ancora mi chiede:
come mai fate teatro e dipingete? Oppure: se è un "corso" di teatro perchè i bambini disegnano e danzano?
rispondo che io, nella mia idea di "Teatro per bambini", non so e non voglio etichettare, separare, dividere. Non so dire dove finisca il corpo e inizi la parola. Non voglio crearmi il problema di confini da definire: 
teatro/danza/musica/pittura.. corpo/mente/emozioni/sensi/mani/ orecchie/occhi/voce..

Per me fare teatro con i bambini, a partire dai 2 anni fino ai 10 (nido, infanzia e primaria), significa mettere in relazione tutto ciò, in uno spazio di condivisione, rispetto, fiducia, gioco, fare costruttivo, scoperta.
Da questa idea pedagogica nasce il Metodo Teatro in Gioco e si consolida e arricchisce negli anni, attraverso l'esperienza, il confronto, la sperimentazione sul campo, la pratica. Grazie a tutte le esperienze fatte con le bambine e i bambini, grazie al confronto vitale con educatori ed insegnanti nel contesto della formazione "Teatro in Gioco" questa idea è sempre più forte in me e mi spinge a continuare in questa direzione. Sempre con tanta passione e nuove energie.


2 commenti:

  1. d'accordo! ... e anche un pò di più ... molto d'accordo!
    uno spazio creativo per bambini libero dalle ansie, tensioni, desideri e ambizioni da cui i "grandi" si fanno travolgere. uno spazio creativo espressivo per bambini: mi piace :)

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    1. Grazie Artekreativa!..io ci sto provando, spingo in questa direzione e cerco di portare questo spazio "libero dalle ansie e dalle ambizioni da cui i grandi si fanno travolgere" nelle scuole..e spero che siano sempre di più ..significherebbe tanti bambini più sereni e creativi, liberi da inutili ansie da prestazione :)

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