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martedì 27 gennaio 2015

ALFABETO TEATRALE.. costruire un linguaggio teatrale a misura di bambino

Una nuova avventura sta per iniziare: partirà a breve il nuovo corso per la formazione complementare delle educatrici e delle insegnanti di Roma Capitale, Dipartimento Servizi Educativi e Scolastici. Mi occupo di questo nuovo corso di formazione, l'ho ideato e modellato partendo da una riflessione sostanziale: cosa significa fare teatro con i bambini così piccoli, e soprattutto "come si fa"? 
Lavoro da anni su questo, sia direttamente in campo con i bambini che come formatrice.. diciamo che senza l'esperienza diretta maturata in tanti anni con i bambini non sarei diventata  docente per la formazione! Per il mio modo di concepire la formazione sarebbe stato impossibile. Si può insegnare qualcosa che non si conosce veramente? 

Quindi si parte dell'esperienza, chiaramente, che deve diventare un dato non soggettivo però, deve divenire un percorso di scoperta e di nuove conoscenze a disposizione di tutte le insegnanti, nel rispetto delle loro diversità, delle loro competenze acquisite, delle risorse individuali e derivanti dalla propria storia personale e lavorativa. Ho 270 insegnanti iscritte al mio corso..su questo "grande" numero ho dovuto riflettere profondamente: chi sono io per dire a 270 persone, che arrivano al mio corso con il proprio bagaglio personale, vissuto nella realtà scolastica, scelte pedagogiche e didattiche, come posso io dirgli: il teatro si fa così. E con quale diritto? Con quale prestesa di aver ragione, di possedere la verità assoluta nel campo della pedagogia teatrale? E infatti non sarà questo il senso o l'obiettivo del corso. 

Alfabeto teatrale è un corso di formazione per proporre alle educatrici e alle insegnanti una modalità operativa per creare e condurre laboratori teatrali per bambini. Utilizzeremo il Metodo Teatro in Gioco come una metodologia da sperimentare insieme, da conoscere, esplorare e riportare a scuola con i bambini. Non perchè sia la metodologia migliore al mondo (non sono certo io a poterlo dire!) ma perchè, avendola ideata, è quella che so utilizzare e trasferire, attraverso la costruzione di strumenti operativi concreti, attraverso una formazione incentrata sullo scambio sinergico, sul confronto costruttivo con le insegnanti. Io metterò in campo proposte, spunti creativi e di riflessione, percorsi operativi da esplorare e sperimentare concretamente. Metterò in campo un'idea di teatro come "esperienza" creativa ed espressiva da vivere, incontro dopo incontro, con i bambini, in un percorso in continuo divenire. Forse avremo punti di "scontro" dialogico, lo ipotizzo, lo immagino.

Alcune proposte che lancerò saranno impopolari e andranno a "demolire" delle strutture radicate e monolotiche..strutture mentali ancor prima che attività didattiche concrete. La RECITA... ecco, sicuramente un grande elemento di discussione. Perchè non farla? Perchè se l'abbiamo sempre fatta? Perchè visto che i genitori la "richiedono"? Sono domande che ho sentito tante volte. Oggetto di confronto, scambio, riflessione reciproca. Non voglio convincere nessuno a cambiare idea o prassi educativa. Voglio solo approfondire il discorso, esplorare la tematica dal punto di vista pedagogico, mettere al centro del dibattito il bambino, come unico interprete protagonista dell'atto performativo richiesto e quindi partire da lui: dalla sua posizione in merito. Quindi la vera, centrale domanda diventa: la recita risponde alle esigenze di un bambino del nido o della scuola dell'infanzia? O è un bisogno dell'adulto? Su questo ci confronteremo ma senza giudizi o pregiudizi. Insieme alle insegnanti costruiremo un percorso operativo, struttureremo il nostro alfabeto teatrale, e ognuna potrà fare le proprie valutazioni partendo da nuove consapevolezze, da un punto di vista diverso, da un'idea più ampia e globale del "fare teatro a scuola".

Giovedì la prima plenaria: inizieremo a costruire il nostro vocabolario teatrale a misura di bambino partendo dalle origini del teatro, analizzando il rapporto esistente fra il teatro e la didattica (quando e come il linguaggio teatrale entra nella scuola?) , cercando di cogliere la valenza pedagogica del linguaggio teatrale...Si parlerà di immaginazione e fantasia..( "La logica ti porterà da A a B, l'immaginazione ti porterà dappertutto" diceva Einstein) di stupore..(il teatro è il luogo privilegiato dello stupore :è il luogo dove tutto è possibile!) di pedagogia dell'ascolto..di pedagogia del gioco..  E da qui cominceremo a conoscere e sperimentare strumenti operativi: ci mettiamo in gioco per creare un laboratorio teatrale a misura di bambino.

 Sarà una ricerca ricca di stimoli.. Come si costruisce la struttura di ogni incontro da proporre ai bambini? Un intero percorso da delineare, strutturare, sperimentare direttamente. Creare un'identità chiara del laboratorio teatrale, attraverso attività e giochi teatrali. Utilizzare le fiabe interattive. Interpretare i personaggi teatrali. Ci sorprenderemo scoprendo che molte attività modellate a misura di bambino, trovano origine nella pedagogia teatrale di maestri come Stanislavskij o Grotowski.. Affascinante e curioso ritrovare un pò di storia del teatro e delle metodologie del 900 nei giochi teatrali che proponiamo ai bambini dai 2 ai 5 anni! 

L'obiettivo non è trasformare educatrici ed insegnanti in delle "esperte teatrali"; è fornir loro una modalità operativa per utilizzare il linguaggio teatrale con i bambini, come strumento espressivo e creativo. Creare laboratori teatrali con i bambini, a scuola, come spazio di ascolto condiviso, relazione armoniosa, gioco simbolico, narrazione, esperienza creativa. Questo è il grande obiettivo: portare il teatro a scuola con la consapevolezza della ricchezza di segni, forme e simboli che caratterizza il linguaggio teatrale. Ecco che il teatro non si chiude su se stesso annullando le sue valenze più profonde per far emergere solo gli aspetti prettamente formali e superficiali - rappresentazione, dimostrazione, esibizione - ma può essere esplorato nella sua globalità. Ed è questa globalità che permette al bambino di vivere, nell'esperienza teatrale, il cambiamento e il processo di apprendimento e crescita. Attraverso il gioco simbolico, il movimento corporeo, la libera espressione creativa, la relazione. Teatro è...  lo scopriremo insieme rispondendo ad una domanda-chiave: "inculcare" il teatro o "educare" al teatro?

Ho inserito, all'inizio, un disegno che ho fatto con l'idea di sintetizzare e fissare attraverso una rapprentazione iconica il significato di un percorso teatrale. TEATRO è il linguaggio da cui partire, è il nostro seme da cui iniziano a nascere e a farsi strada nuovi germogli. Non è un "sapere" che si trasmette seguendo un'unica direzione..è una risorsa che genera e si nutre di altre risorse. Questo approccio ti permette di vivere ogni volta un'esperienza nuova, di mettere in atto pienamente il principio del "qui e ora" perchè è solo qui e ora che quell'attività avrà quel preciso significato e seguirà quello sviluppo.. Domani il gioco cambia. Rallenta o prende il largo. C'è una nuova scoperta da fare. O si ritorna su un'attività già sperimentata ma con occhi nuovi, con emozioni diverse. Non c'è l'ansia di dover raggiungere un traguardo già stabilito. Non c'è nulla di preconfezionato. Qui e ora. Resta lo stupore, il piacere, il significato profondo di ogni attimo da condividere nel gioco teatrale.

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